Influenza, ospedali già al collasso
Previsto un aumento di posti letto

Al pronto soccorso del Sant’Anna duecento accessi al giorno. Il Valduce chiede di non inviare più ambulanze. L’appello: «Inutile recarsi in ospedale, meglio chiamare il medico»

È arrivata l’influenza, e gli ospedali sono già pieni. Si tratta del cosiddetto picco influenzale, con febbre alta, senza altri particolari sintomi se si esclude un po’ di tosse. Sta colpendo soprattutto i bambini al di sotto dei quattro anni, ma sta anche aggravando le condizioni di salute dei pazienti più anziani già indeboliti da altre patologie.

Nell’ultima settimana gli accessi al pronto soccorso del Sant’Anna sono oscillati tra i 180 e i 220 al giorno, venerdì si sono stabilizzati a quota duecento, ma è stato necessario ricoverare anche 24 pazienti, di cui 10 nel reparto di medicina d’urgenza interna ai locali dedicati all’emergenza, e altri 14 nei vari reparti dell’ospedale.

La maggior parte di questi pazienti, al netto degli incidenti o di altri eventuali traumatizzati, aveva già un quadro compromesso che l’influenza ha aggravato. L’apparato respiratorio è il più colpito e non è raro imbattersi in casi di broncopolmoniti.

L’Asst Lariana

L’Asst Lariana, prevedendo l’arrivo del picco, ha preparato da lunedì scorso fino al 3 marzo 30 posti letti aggiuntivi, 20 a San Fermo e 10 a Cantù. In dettaglio, la metà per i pazienti sub acuti e l’altra metà per potenziare i diversi reparti. Le autorità sanitarie avvisano: ci saranno code e maggiori attese in pronto soccorso in particolare per chi ha urgenze più lievi.

«Abbiamo saturato i nostri 280 posti letto – dice il direttore sanitario del Valduce Claudio Zanon – La media di accessi al pronto soccorso è di circa 80 pazienti al giorno, i ricoveri conseguenti sono 10 ogni 24 ore. Abbiamo per giorni bloccato le ospedalizzazioni ordinarie e richiesto più volte al 118 di fermare l’invio di ambulanze perché siamo impossibilitati a farci carico di altri pazienti. I mezzi di soccorso devono essere diretti verso altre vicine strutture meno intasate. Questo però è solo l’inizio perché il vero picco è atteso per fine gennaio».

Colpisce soprattutto i piccoli

L’ospedale di via Dante Alighieri sostiene di lavorare al 110% delle proprie possibilità. Secondo i medici comaschi servirebbe una rete di sostegno a bassa intensità capace di accogliere i pazienti meno gravi. Secondo i dati diffusi da Influnet in Italia durante la seconda settimana di gennaio l’incidenza dell’influenza è stata pari a 7,13 casi ogni mille assistiti, ma nella fascia da zero a quattro anni l’incidenza ha toccato quota 15,01.

Consigli utili? «Mettersi a letto e bere tanta acqua – dice il presidente dell’Ordine dei medici di Como Gianluigi Spata – è inutile correre al pronto soccorso e stare ore in coda. Entro i primi tre giorni di febbre non va nemmeno preso l’antibiotico, bastano i farmaci antipiretici. Passati due giorni bisogna rivolgersi al proprio medico, possono farlo ancor prima i pazienti fragili e magari anziani che soffrono già di altre cronicità, perché l’influenza potrebbe aggravare le loro condizioni di salute».

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