La paura viaggia sulla Milano-Asso
«Tornelli e ferrovieri anti bulli»

Preoccupazione in stazione a Erba per gli episodi di violenza sulla tratta. Dopo Mariano il treno è quasi vuoto: c’è chi chiama i familiari o il taxi per tornare a casa

Qualcuno si fa venire a prendere dai genitori prima che il treno si svuoti, altri chiedono al tassista di essere scortati fuori dalla stazione.

La doppia aggressione del pomeriggio di lunedì 18 ottobre su un treno della Milano-Asso è la conferma di un timore diffuso fra i pendolari erbesi: sulle carrozze non si può stare tranquilli, soprattutto negli orari di minor affluenza.

Alla stazione di Erba si respira una certa preoccupazione. Il caso del ragazzino minacciato e rapinato da una baby gang fra le stazioni di Inverigo e Lambrugo, a cui si aggiunge l’aggressione al capotreno avvenuta di lì a poco, ha fatto rumore. Una ragazza racconta che il tratto più critico, soprattutto la sera, è quello compreso fra Erba e Asso: a quel punto il treno è quasi vuoto e i pochi passeggeri si sentono indifesi; preferisce allora farsi a venire a prendere dai genitori in città, per poi tornare verso Canzo in automobile. Una mamma erbese non nasconde di andare a prendere la figlia a Inverigo, per evitare che faccia l’ultimo tratto in carrozza da sola.

«Io suggerisco di installare tornelli per accedere alla banchina - dice un pendolare - proprio come accade a Cadorna. Non sarà la soluzione per tutti i mali, ma almeno sul treno saliranno solo persone con il biglietto. Poi c’è il capitolo delle stazioni: qui in piazza Padania c’è chi chiede l’elemosina, vedo spesso ragazze intimorite». Treni e stazioni sono due temi strettamente collegati, vanno affrontati insieme. «Ho insegnato per anni al liceo Porta - racconta una professoressa- e ho avuto molti studenti pendolari. La stazione di Erba è desolata, non ci sono punti di riferimento come il personale della biglietteria. L’hanno sistemata pochi anni fa, ma decoro e pulizia lasciano già a desiderare. Per non parlare di Merone. Stazioni più vive sarebbero una garanzia anche per chi viaggia».

Va detto, osserva un pendolare «che le stazioni sono sempre un punto critico per le città. A me non capita di prendere il treno quando è mezzo vuoto, mi pare di capire che i problemi sorgono sulle carrozze poco frequentate. La soluzione non è tanto mettere le forze dell’ordine in stazione o sui treni, ma rimettere i ferrovieri come quelli che c’erano una volta: quando ero giovane io, nessuno si sarebbe sognato di creare scompiglio sulla banchina o in carrozza».

Era un altro mondo. Quello di oggi, racconta il tassista della stazione, è fatto di viaggiatori impauriti. «Moltissimi clienti mi raccontano di aver avuto paura in treno - dice - e nella stagione autunnale e invernale, quando fa buio presto, capita che signore di mezza età mi chiamino da Cadorna per dirmi di andarle a prendere sulla banchina. Non vogliono scendere da sole per poi camminare nel tunnel e in piazza Padania».

(Luca Meneghel)

Servizio su La Provincia in edicola venerdì 22 ottobre 2021

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