Mariano, casa di riposo chiusa
Arrestati il titolare e la moglie

Blitz dei carabinieri in viale Lombardia. L’accusa a Valenti: «Sfruttava i lavoratori»

Solo quando anche l’ultimo degli anziani “ospiti” era stato portato via, venerdì sera, e ricoverato in un’altra struttura, i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Como hanno comunicato al gestore della casa d’accoglienza “Convivendo” e alla convivente che erano in arresto. Sfruttamento del lavoro, l’accusa che ha spalancato a Salvatore Valenti, 44 anni, e a Anjela Bostan, 35 anni di origini moldave, le porte del Bassone. Secondo le accuse mosse dai carabinieri del Nil i due avrebbero sfruttato una decine di persone in stato di bisogno per trasformarli in badanti - in nero - da far lavorare all’interno di quella che per molti era una casa di riposo abusiva.

Ma non è l’annosa polemica sulla natura di “Convivendo”, figlia della casa anziani “Il Bonsai” finita al centro di un braccio di ferro con il Comune sfociato a suo tempo in un esposto in Procura, ad aver dato una svolta per certi versi inattesa e clamorosa.

Svolta che nasce, indirettamente, da un’altra indagine su Valenti e la sua creatura di co-housing per anziani di via Isonzo: quella per omicidio colposo aperta lo scorso novembre, in seguito alla morte di una settantenne ospite della struttura. Martedì scorso i carabinieri dei Nas, su delega della Procura, hanno bussato alle porte di “Convivendo” per verificare una serie di aspetti legati alla vicenda della morte della donna, deceduta per cause naturali. Ma il blitz si è tramutato in qualcosa di differente.

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