Mariano, ubriaco
viola il coprifuoco
e abbatte l’obelisco

Protagonista in negativo un giovane di 28 anni. L’episodio ieri a mezzanotte e mezzo in via Isonzo. Patente ritirata, auto sotto sequestro, multa di 400 euro

Il mancato controllo dell’auto è la causa dell’incidente che ha distrutto un pezzo di storia di Mariano. Perché da ieri mattina non c’è più l’obelisco che dominava la rotonda in via Isonzo, a ridosso dell’ospedale “Villa”, memoria collettiva di come la comunità abbia già superato una pandemia, ossia la peste, ritrovandosi a pregare sotto la croce che spinge lo sguardo verso il cielo, spaccata in tre parti da un giovane marianese di 28 anni che l’ha centrata con la macchina poco dopo lo scoccare di mezzanotte.

«Tasso alcolemico oltre i limiti»

«Gli è stata ritirata la patente e sequestrata l’auto perché aveva un tasso alcolemico che superava i limiti, oltre a venirgli contestato l’orario dal momento che era in giro dopo il coprifuoco dai carabinieri», spiega il sindaco Giovanni Alberti che non nasconde l’amarezza per l’accaduto. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo - che riceverà anche una multa di 400 euro per la violazione del coprifuoco - proveniva dalla strada a senso unico dedicata al Cardinal Borromeo quando ha perso il controllo della macchina, abbattendo la segnaletica verticale per poi finire contro la colonna votiva. La forza dell’impatto è restituita dal luogo in cui è stato trovato un pezzo dell’obelisco, sul lato opposto del strada.

«È stato rimosso, ora valuteremo il suo stato per capire se è possibile recuperare il monumento o meno - anticipa il primo cittadino che rassicura - Sicuramente nei casi di incidente entrano in gioco anche le assicurazioni, in questo caso quella del ragazzo al volante del mezzo, su cui potremmo rivalerci per chiedere i danni».

L’incidente ha così distrutto un pezzo di storia locale, spaccando in tre parti l’obelisco, le stesse in cui si era rotto nel 2008 durante il trasferimento dal marciapiede alla rotonda inaugurata dalla giunta Turati. Perché originariamente la colonna si alzava sul passaggio pedonale che corre verso via Sant’Ambrogio salvo po scegliere di porla al centro della rotatoria, restituendola agli occhi distratti degli automobilisti, ma sottraendola all’ammirazione di chi si muove a piedi.

La storia

Lo ricorda l’appassionato di storia locale, fotografo ed ex amministratore della pagina Facebook “Bellezze culturali di Mariano”, Giovanni Castoldi che invita a valorizzare meglio i monumenti che rappresentano la memoria collettiva della comunità. «Si potrebbe mettere una targhetta in basso alle colonne, ma anche fuori dalle corti e cascine di modo che ognuno possa conoscere la storia», ha commentato Castoldi.

Perché l’obelisco fa parte di un gruppo di quattro colonne votive disseminate in città. Tutte nate per riunire in preghiera le persone durante il periodo della peste, così evitando di ritrovarsi al chiuso nelle chiese, le altre tre si trovano rispettivamente a pochi passi dalla chiesa dedicata al patrono Santo Stefano, nell’omonima bretella pedonale, ancora, in piazza Roma e, infine, la terza e ultima sopra la necropoli romana in via Como.

Silvia Rigamonti

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