’Ndrangheta a Fino e Cermenate
Condanne tra le proteste

I detenuti gridano all’indirizzo dei giudici alla lettura della sentenza di II grado del processo Insubria. Confermati verdetti di primo grado, eliminati alcuni benefici: inflitti in tutto più di 230 anni di carcere

Condanne al rialzo ieri pomeriggio a Milano per i 35 imputati del processo Insubria, figlio della maxi inchiesta dell’antimafia milanese sfociata nell’infornata di arresti del novembre 2014, quando in carcere finirono vertici e manovalanza assortita delle “locali” comasche di Fino Mornasco e Cermenate, e di quella lecchese di Calolziocorte.

Ieri pomeriggio, accogliendo le richieste della Procura generale, i giudici di secondo grado hanno depennato dalle condanne emesse in primo grado i benefici del riconoscimento delle cosiddette attenuanti generiche, suscitando una reazione piuttosto violenta da parte degli imputati.Inflitti in tutto più di 230 anni di carcere

Alcuni di loro hanno preso a battere sulle sbarre, altri hanno inveito contro la corte («vergognatevi», «come daremo da mangiare ai nostri figli?!...») prima che le forze dell’ordine provvedessero allo sgombero delle gabbie.

All’epoca degli arresti, il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, promise giudizio immediato per tutti. Dopo neppure due anni siamo già alla sentenza di secondo grado per molti degli imputati. In Italia non capita molto spesso.

Sul giornale in edicola sabato 14 maggio tutti i nomi dei condannati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA