Ch... ajia che male
«Ma io tornerò»

Moutir Chajia parla dal letto di casa sua, nella dimora dei genitori in Belgio, dove sta passando la convalescenza, dopo essere stato operato

«Non voglio recitare e dire che sto bene: la verità è che sono abbattuto, non è facile. Ma sono pronto al lottare».

Moutir Chajia parla dal letto di casa sua, nella dimora dei genitori in Belgio, dove sta passando la convalescenza, dopo essere stato operato al tendine rotuleo della gamba destra. Moutir si era fatto male nel primo tempo di Como-Parma: un incidente drammatico, del quale era apparsa chiara subito a tutti l’entità. La diagnosi era stata spietata: rottura e distaccamento del tendine rotuleo.

Andato in Belgio (in macchina) dopo qualche giorno, Chajia è stato operato ad Anversa venerdì scorso: «È stata una operazione di circa 45 minuti. Mi hanno ricostruito il tendine. La diagnosi non cambia, 5-6 mesi. Ma i tempi potrebbero allungarsi, dipende da come procede la convalescenza, da come reagisco alla fisioterapia. Adesso devo stare a letto due settimane. Poi avrò un tutore che mi terrà la gamba rigida e dritta per sei settimane. Finita questa fase, potremo capirne qualcosa di più».

Morale? «Non mi va di dire banalità: è dura. Non è facile. Però lotto». Racconta così l’incidente: «È stata una cosa strana, ho fatto un doppio passo, ma non è stato quel movimento a produrre l’infortunio. È stato quando ho messo la gamba a terra in appoggio, per calciare con l’altra. Ho sentito un dolore e sono caduto a terra. Non è stato un dolore tremendo, lì per lì ho pensato che qualcuno mi avesse toccato il ginocchio con la scarpa. Il problema è stato quando ho provato a rimettermi in piedi e ho visto che il ginocchio andava per i fatti suoi. Mi sono ributtato per terra e ho chiesto subito il cambio. Lì ho capito...».

Il momento più duro? «Quando c’è stata la diagnosi. Hai sempre una speranza che possa essere qualcosa di meno grave, ma il medico è stato chiaro. E lì è stato brutto». Chissà quanti messaggi d’affetto....«Incredibile. Mi aspettavo qualche messaggio, certo. Ma non pensavo a una valanga di questo tipo. Ringraziate da parte mia tutti i tifosi del Como, mi hanno davvero colpito. Grazie. Anche i compagni sono stati meravigliosi. Tutti. Isma (H’Maidat, ndr) poi mi chiama ogni giorno...». Hanno anche dedicato a lui il gol di Cittadella, esponendo la sua maglia: «Mi hanno commosso. Stavo tornando in Belgio in macchina, guardavo la partita sul tablet».

Va detto anche che, durante la telefonata, non sono mancati momenti in cui Moutir ha sorriso o accennato a una risata. Segno che comunque il morale piano piano sta tornando: «Se sono fondamentale? Ma no (ride, ndr), il Como ha la qualità per andare avanti comunque. C’è gente di fantasia. Ho visto Cittadella-Como e Como-Pisa. La prima non mi è piaciuta tanto, ma la seconda sì, secondo me la squadra ha fatto un buon lavoro». Obiettivo? «Piano, con calma. Ma ai miei compagni e al mister dico: forza, pensare a un posto nei playoff non è una cosa assurda».

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