Daspo per il papà di Lamanna?
«Hanno agreduito mia moglie»

Si parla addirittura di Daspo sulle pagine dei quotidiani nazionali. E sarebbe abbastanza clamoroso, visto che stiamo parlando di Cosma Lamanna, il papà di Eugenio Lamanna. Protagonista di un episodio poco piacevole giovedì, in occasione della partita Spezia-Siena. I Lamanna sono di Lurate Caccivio, Eugenio, 24 anni, una carriera da portiere cominciata nel Como, dove fu titolare in serie D, e proseguita poi a livelli più alti, ed ora è il portiere titolare del Siena in serie B.

Insulti pesanti

In occasione dell’ultima partita a La Spezia i suoi genitori erano in tribuna, come fanno abitualmente. «Lo Spezia vinceva 1-0 - racconta il signor Cosma -, l’arbitro ha fischiato una punizione per il Siena, mancavano pochi secondi. E anche mio figlio ha lasciato la porta, è salito ad aiutare i compagni, per cercare tutti insieme il gol del pareggio. Vicino a me c’erano un paio di tifosi dello Spezia molto accaniti, all’apparenza persone distinte, che hanno apostrofato mio figlio in maniera molto pesante e gratuita. Ma ci sono abituato, non ho reagito. Ma sono pur sempre un padre...».

E da padre colpito e offeso al fischio finale ha preso il telefonino della moglie dicendo al tifoso spezzino «ora la fotografo e poi la denuncio per quello che ha detto a mio figlio». A questo punto si è scatenata la bagarre: secondo il tifoso spezzino, che è stato ferito al volto da un colpo di Lamanna senior, la colpa è tutta del papà del portiere, nei confronti del quale sarebbe pronta una denuncia, pare con conseguente Daspo.

«Ma io so di poter sostenere che le cose non sono andate così - spiega Cosma Lamanna -. Quel signore ha aggredito mia moglie, che difatti in questi giorni ho portato al Pronto soccorso due volte per essere medicata, visto che è stata colpita anche lei. Io, e ci sono testimoni e telecamere che possono documentarlo, ho reagito quando ho visto questa persona aggredire mia moglie. Certo, non avrei dovuto farlo, ma non sono stato io a far nascere quella colluttazione. Giro negli stadi da anni a seguire mio figlio, sono abituato a sentirne di tutti i colori. E non mi va di passare per un violento, perchè non lo sono».

© RIPRODUZIONE RISERVATA