Il Como e la Coppa
Belle emozioni

Due finali, una vinta e una persa: contro il Cosenza gli azzurri si giocano il trofeo per la terza volta

Nicoletti; Garlini, Sassarini; Ferracuti, Ungari, Baraldi; Collauto, Galia , Cecconi, Catanese, Zambrotta. Eccola qui. Questa è la formazione del Como che il 25 maggio del 1997, diciotto anni fa, alzò al cielo la Coppa Italia di serie C allo stadio Sinigaglia.

La sconfitta per 2-0 all’andata che non aveva tenuto lontano il pubblico - c’erano almeno tremila persone - che aveva tifato moltissimo nonostante la pioggia. E aveva avuto ragione.

Zambrotta e Vignaroli portarono il Como fino ai supplementari, poi ci pensarono Cecconi e ancora Vignaroli a regalare al Como la Coppa. Il campionato non aveva dato grandi soddisfazioni quell’anno, l’anno prima gli azzurri con Scanziani in panchina avevano perso la finale play off contro l’Empoli a Modena. Davanti c’era ancora la prospettiva della serie C, ma un nuovo corso societario in arrivo. E quel trofeo non fu un contentino, fu proprio una bella cosa, voluta e festeggiata. Con entusiasmo in campo e fuori dal campo.

Il Como l’aveva persa, invece, la finale, quattro anni prima, nel ’93, curiosamente a cavallo di un altro cambiamento societario. Quello tra la gestione Gattei e la gestione Beretta. Mondini, Manzo, Bandirali, Gattuso, Aimo, Bravo, Bressan, Pedone, Elia, Mazzoleni, Mirabelli: questa la formazione, e anche in questo gruppo tanti nomi noti, e qualcuno particolarmente caro, ai tifosi del Como. Il Como fu sconfitto in casa per 0-2, segnarono Buoncammnino e guarda caso Luca Cecconi, che a giocare nel Como sarebbe arrivato più tardi. La partita di ritorno fu giocata il 13 giugno a Palermo, pienissima estate in Sicilia e oltre 30.000 spettatori allo stadio. Non era semplice. Ma il Como riuscì a non perdere, finì 1-1, il gol comasco fu segnato da Francesco Pedone. Una rete che attenuò in qualche modo la delusione.

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