Multinazionale dallo spirito comasco
Ma adesso attenzione alle trappole

La riflessione di Nicola Nenci dopo la presentazione della nuova proprietà del Como

«Allora, com’è?». Lo chiedevano tutti, ieri, a quelli che erano stati alla conferenza stampa del nuovo Como. Tutto così nuovo, eccezionale e strano per non solleticare la curiosità della città.

La giornata di ieri ha confermato i presupposti di cui si era scritto tempo fa: per la prima volta (aste a parte) una nuova società si è presentata in Comune a fianco del sindaco (Landriscina). Il perché è stato spiegato chiaramente: le parti hanno chiacchierato a lungo prima dell’acquisto della società, convenendo che la collaborazione tra Comune e Calcio Como possa partorire progetti importanti per la città. Dalla riqualificazione della zona stadio, alla possibilità di veicolare l’immagine della nostra città su canali mediatici avviati. Curioso scoprire che i nuovi soci abbiano conquistato la fiducia delle istituzioni grazie al basso profilo: multinazionale sì (indonesiana, americana, inglese), ma comasca nei modi, nei piccoli passi, senza salti in avanti roboanti.

Il progetto pare solido, incredibilmente strutturato rispetto alle recenti e meno recenti esperienze. Ma resta appeso al filo (alla corda, va...) delle trappole che chi non conosce l’Italia dovrà affrontare. Sul tema stadio siamo ancora alle schermaglie. Quando la nuova proprietà scoprirà che per toccare una virgola del Sinigaglia bisognerà passare attraverso timbri e comma vari; e quando scopriranno che fare la B lì, con le nuove norme, sarà molto difficile, potrebbe essere un problema.

Speriamo che le strategie siano chiare sin da subito. Per non perdere tempo o trovare sorprese poi. Quanto una tv tematica possa essere incisiva su una squadra di serie C lo scopriremo, ma nella mente di Sent c’è forse l’idea di creare una specie di reality che racconti la storia di una squadra di C che scala le classifiche.

Intanto ieri è arrivata qualche indicazione forte per quel che riguarda anche la base tecnica. Al di là dell’uomo del Chelsea supervisore, al tavolo è apparsa pesante la presenza di Marco Banchini, l’allenatore. Una conferma in pectore per la prossima stagione (anche se pure lui avrà delle pretese, e le parti devono sentirsi). Argomenti da affrontare in fretta (come per Corda, ieri assente) per capire come si ripartirà. 
Nicola Nenci

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