Fino, parla il consigliere Pecorelli
«Un attacco a me, non alla Lega»

L’intervento del politico nell’ultimo consiglio ipotizza una ricostruzione diversa: «La frase lasciata e i colpi di mazza più violenti sulla mia foto ci fanno capire che siamo scomodi. Ma non molliamo»

«Attacco alla Lega? No, quello è stato un atto intimidatorio nei confronti della mia persona e della lista, un fatto davvero grave ad un mese dal voto».
Non ha dubbi a riguardo Luigi Pecorelli, consigliere di minoranza di Fino Mornasco e candidato sindaco alle prossime elezioni con la lista di centrodestra Obiettivo Comune dopo i brutti fatti accaduti nella notte tra il 23 e 24 aprile, quando persone al momento ancora ignote hanno semidistrutto le vetrine della sede della Lega a colpi di mazzetta dove erano esposti i suoi manifesti elettorali.

Un gesto che aveva scosso e indignato il paese e su cui erano piovute parole di condanna da ogni fronte, avversari politici di Pecorelli compresi, ma anche dai vertici della Lega, dal vicepremier Matteo Salvini e da Nicola Molteni, sottosegretario al ministro degli Interni.

Per Pecorelli, però, non si tratta di un attacco alla Lega ma di un atto intimidatorio diretto nei suoi confronti.

E così l’ultimo consiglio comunale a chiusura del mandato di Giuseppe Napoli, in carica da dieci anni, non poteva che aprirsi con un riferimento all’episodio. «Mi sembra doveroso spendere due parole sui fatti che ormai tutti conosciamo – ha evidenziato Pecorelli all’inizio della seduta consiliare dello scorso lunedì - un gesto che ha colpito direttamente il gruppo “Obiettivo Comune” nella sede della Lega».

«Lo scontro politico ci sta, non quando si superano certi limiti - ha proseguito Pecorelli - . Ho sempre portato rispetto e rispetto è stato portato a me, non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere».

E ha continuato: «La Lega è presente qui da più di dieci anni e non era mai successo niente, quella notte invece i colpi, se si analizzano nel dettaglio, sono stati scagliati con più violenza dove c’era la mia figura, fatti con una mazzetta da muratore. E poi la scritta “e questo è il fiore”, come dire che è solo l’inizio, realizzata da individui consapevoli di ciò che facevano. Significa che evidentemente sono una persona scomoda per queste elezioni. Mi auguro che l’episodio sia finito lì».

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