Guerra dei ripetitori per i cellulari
Ora è l’Italia che “Invade” la Svizzera

L’impianto campionese penalizza i residenti e raggiunge anche Lugano. Protesta la Lega dei Ticinesi tanto che la questione è arrivata al governo di Berna

Chi passeggiando sul lungolago di Lugano, cellulare alla mano, è incappato - suo malgrado - nel segnale telefonico italiano, con relative proteste giunte addirittura sul tavolo del Governo di Berna, è in buona compagnia.

Già perché ieri anche il gruppo di maggioranza “Campione Rinasce” guidato dal sindaco Roberto Canesi ha fatto sapere che l’antenna “4G” installata nella parte alta dell’exclave e il cui segnale tanti grattacapi sta creando alla dirimpettaia Lugano anche a Campione sta risultando indigesta. «Siamo al lavoro per risolvere il disagio che questo forte segnale comporta agli stessi cittadini campionesi che, più volte, ci hanno sollecitato» dicono in un comunicato.

«Si sono infatti ritrovati, con sorpresa, bollette telefoniche (da sempre a Campione c’è la rete svizzera) lievitate di cifre anche importanti per l’inconsapevole allacciamento roaming all’antenna citata poc’anzi con segnale italiano».

«Antenna - da qui la stoccata - “predisposta anni or sono per un introito d’affitto irrisorio rispetto alle preoccupazioni che comporta e al potenziale pericolo di immissioni “tossiche”. Questa struttura non porta alcun vantaggio al paese». Il gruppo di maggioranza “Campione Rinasce” ha fatto sapere che nei prossimi giorni «verranno effettuate rilevazioni” così da avere cognizione precisa della situazione».

Il primo coro di proteste si è levato però non dall’exclave, ma da Lugano, come ricordato poc’anzi, tanto che il deputato leghista Andrea Censi ha indirizzato un’interrogazione sull’argomento al Governo ticinese dal titolo, decisamente esplicativo: “Rete telefonica italiana in centro a Lugano: come mai?”.

Nel documento, l’interferenza del segnale telefonico italiano è stata rubricata alla stregua di «uno strano episodio». Da qui la richiesta d’intervento al Governo cantonale in quel di Bellinzona, con una postilla: «Siccome buona parte dei cittadini campionesi usufruisce della rete di telefonia mobile svizzera, come mai le autorità italiane hanno deciso di attivare un’antenna nell’enclave?».

La vicenda non si è conclusa qui. Questo perché l’interrogazione di Andrea Censi da Bellinzona è finita sul tavolo del Governo federale. Da qui la promessa di un intervento diretto da parte di Berna.

Marco Palumbo

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