Sorpresa, in città il lago è pulito
Ma in Alto Lario i dati peggiorano

Presentati i risultati della campagna di analisi delle acque 2017 Al Tempio Voltiano e Cernobbio valori nei limiti, male Argegno e Dongo

Peggiora la salute complessiva delle acque nella sponda occidentale del Lario. Secondo i dati della Goletta dei Laghi diffusi ieri, infatti, due dei cinque punti indagati risultano fortemente inquinati, in peggioramento rispetto allo scorso anno quando tutti i campioni risultarono invece entro i limiti di legge. In particolare per il 2017 si assiste ad un leggero ma costante miglioramento delle acque del primo bacino tra Como e Cernobbio, mentre aumentano i livelli di inquinanti in centro ed alto lago, in particolare ad Argegno e Dongo.

Stabili invece entro i limiti i dati di Menaggio. Sotto accusa i sistemi di collettamento insufficienti e gli scarichi fognari non depurati.In particolare la campagna di Legambiente, realizzata in collaborazione con il Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e con Novamont che da 12 anni attraversa l’Italia per monitorare la qualità delle acque degli ecosistemi e dei territori lacustri, ha evidenziato che lungo la sponda occidentale del lago di Como ci sono ben due punti con valori di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli molto alti, tanto da rendere quegli specchi d’acqua “fortemente inquinanti”: si tratta di concentrazioni che superano di più del doppio i limiti previsti dalla normativa sulle acque di balneazione.

Al di là dell’attività di Legambiente, che effettua un prelievo annuale, il controllo della balneabilità del lago è comunque affidato all’Ats dell’Insubria che effettua invece campionamenti specifici.

«La Goletta dei Laghi – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – ha il compito di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento la cui causa è principalmente legata all’inefficienza del collettamento fognario dei comuni interni e ai pochi depuratori presenti che non riescono a raccogliere tutte le acque reflue».

Per il secondo anno consecutivo, inoltre, il monitoraggio ha riguardato anche le microplastiche (particelle sintetiche di piccolissime dimensioni) presenti nel lago e nel fiume Adda: i risultati verranno analizzati per cercare di approfondirne l’origine e quali siano gli apporti in tema di conseguenze sul comparto vivente del lago, in primis pesci ed uccelli.

«Ancora una volta – sottolinea Enzo Tiso, responsabile scientifico del circolo Legambiente di Como – riscontriamo una situazione instabile, sintomo che le problematiche di depurazione che affliggono la sponda occidentale del Lario non sono risolte, tanto è vero che abbiamo ancora 7 chilometri di fognatura mista, ovvero che raccoglie sia gli scarichi civili che l’acqua piovana. Per quanto riguarda il primo bacino assistiamo favorevolmente al lento ma progressivo miglioramento alla foce del Breggia a Cernobbio e del Cosia a Como che risultano entro i limiti da ormai due anni consecutivi, ma non si deve abbassare la guardia. Ci auguriamo che la nuova amministrazione abbia un’attenzione particolare al miglioramento e completamento delle reti fognarie. E speriamo che si avvii presto ComoAcqua».

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