Addio a Wow, salta il festival musicale
«Tutta colpa dei ritardi del Comune»

Gli organizzatori si fermano dopo quattro edizioni partecipate e di successo «Il bando cultura è arrivato soltanto a marzo. Poco tempo per organizzarci»

Addio “Wow”. La kermesse musicale gratuita, arrivata nel 2018 alla quarta edizione, quest’anno non si farà.

A brevissimo gli organizzatori prenderanno posizione con una nota ufficiale. Intanto, fanno sapere che il festival «è nato da un piccolo gruppo di persone che volevano fare cultura attraverso la musica a Como. Un progetto ambizioso e anche faticoso, in cui abbiamo messo tutto quanto potevamo, anche a fondo perduto, per chiudere i conti in pareggio». Rispetto agli eventi simili in giro per l’Italia, la manifestazione comasca non prevedeva il biglietto.

Perché quest’anno non si farà? Tra i motivi c’è un ritardo dei finanziamenti del Comune rispetto all’edizione precedente, che ha casato uno stop nella progettazione. Inoltre, la novità del “bando cultura”, uscito a marzo, «ha impedito - spiegano i promotori - di cominciare a lavorarci prima, poiché il risultato sarebbe arrivato a giugno, troppo a ridosso. Con la precedente amministrazione, avevamo un progetto triennale. In questo caso, il rischio era troppo». La manifestazione contava sul contributo arrivato dalla tassa di soggiorno e da sponsor nazionali e ha portato ai giardini a lago decine di migliaia di giovani, giunti da tutta la Lombardia e non solo. Negli anni, è riuscita a ospitare artisti come Calcutta, capaci poi di riempire posti prestigiosi come l’Arena di Verona. Già a gennaio, gli organizzatori sottolineavano come fosse importante l’uscita tempestiva del bando, così da capire per tempo i criteri e le condizioni: «Da soli – avevano detto al giornale - non abbiamo i mezzi per esporci anticipatamente a livello economico».

Allargando lo sguardo oltre l’estate, negli ultimi tempi si è registrata una vera e propria morìa di manifestazioni culturali, in particolare destinate ai giovani. Oltre a Wow, non c’è più il “Lightning design festival”. È terminato, senza essere rinnovato, “Musaico”, un progetto di valorizzazione dei musei civici attraverso una serie di azioni mirate ad ampliare il target dei visitatori. Non si hanno più notizie del “Side festival” e di “Allineamenti”, mentre per “Marker” (a meno di dietrofront) è stata l’ultima volta. Infine, il Lake Como film festival si è spostato a Villa Erba. Le motivazioni sono diverse e le responsabilità non sono certo tutte dell’amministrazione. Però, anche senza tornare indietro alla rassegna “Es.co”, solo fino due anni fa le manifestazioni a Como erano di più. «Vorrei capire quali sono le intenzioni del Comune nei riguardi dei giovani – commenta la consigliera di Svolta Civica e operatrice culturale Barbara Minghetti – dovremmo fermarci un attimo e ragionare. Sono favorevole ai bandi per la cultura. Però, devono essere triennali, solo così si può programmare con ampio respiro». E su Wow aggiunge: «Per me è un dispiacere enorme – continua Minghetti – si perde un festival con una valenza artistica molto alta e lungimirante, oltre a essere collocata in una zona stupenda. Era una bella occasione di aggregazione e attrazione turistica messa in piedi da giovani comaschi che, sulle loro spalle, hanno investito soldi nella cultura e rischiato in prima persona. Era un progetto d’imprenditorialità giovanile, e il mancato svolgimento è un fallimento generale della città e di tutti gli attori coinvolti».

Dal Comune hanno fatto sapere che «seppur entro la scadenza, gli organizzatori hanno presentato in là con i tempi i giustificativi per ricevere i contributi e, inoltre, con alcuni pezzi mancanti, che sono stati presentati poi in ritardo, dilazionando quindi ancora di più i tempi».

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