Adescano ragazzina via Facebook
Tutti salvi grazie alla prescrizione

Tutti maggiorenni (tra i 20 e i 60 anni) contattarono una dodicenne comasca via web. Fu sua madre a smascherarli. Ma la Procura di Milano ha fatto trascorrere troppo tempo

La invitavano ad andare a scuola senza mutande, a praticare sesso virtuale - cioè online - e, già che c’erano, a spedire anche un po’ di materiale fotografico, senza che serva riportare qui il capo di imputazione per indovinarne soggetto e contenuti.

Erano quattro, tutti maggiorenni, tutti accusati del reato di adescamento di minore di anni 16: se la caveranno probabilmente con un buffetto, e forse senza neppure quello. Il motivo? Visto che uno degli indagati è anche accusato di detenzione di materiale pedopornografico, il fascicolo è stato trasferito alla Antimafia di Milano, competente per questo genere di reati, i cui magistrati hanno però lasciato trascorrere troppo tempo. Sono fatti del 2013, davvero al limite della cosiddetta prescrizione, l’istituto - anche al centro di una riforma imminente e parecchio discussa - che nel diritto determina l’estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo.

In questo caso la storia riguarda una ragazzina comasca che nel 2013 aveva 12 anni: si iscrisse a Facebook e, illudendosi di essere al sicuro dietro lo schermo di un pc, strinse rapporti di amicizia virtuali con uomini sconosciuti, molto più grandi di lei, tra i 20 e i 60 anni, spingendosi fino a lasciare il proprio numero di telefono ad alcuni di loro. Non tacque mai a nessuno la sua età effettiva, quei 12 anni che avrebbero dovuto mettere i suoi interlocutori in guardia inducendoli a fermarsi. In realtà accadde tutt’altro, e chissà che ulteriore piega avrebbero preso gli eventi se la mamma un giorno non avesse deciso, insospettita, di sostituirsi alla figlia nella gestione del profilo, finendo per scoprire tutto quello che stava accadendo.

L’intervento della polizia consentì l’identificazione dei più attivi tra i tanti “amici” che con la ragazzina trattavano argomenti di natura sessuale.

L’udienza per l’archiviazione è programmata davanti al gip del tribunale di Milano a gennaio. Ci sarà anche l’avvocato Simone Gatto, che assiste la ragazzina. Ma non servirà. Scrive la Procura nella sua richiesta di archiviazione: «Si afferma con certezza che tutti si rendevano responsabili del reato di adescamento di minore di anni 16». Peccato aver lasciato trascorrere tanto tempo.

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