Allarme rapimento dalla Cina a Como
L’amica e i poliziotti liberano una donna

Studentessa va in Questura con il fidanzato comasco, denuncia il sequestro e fa arrestare i responsabili

L’allarme rapimento rimbalza dalla Cina a Como. Per poi portare i poliziotti a Venezia Marghera, dove intervengono appena in tempo prima che la rapita fosse portata via, liberano la vittima e fanno arrestare i responsabili. Ha davvero l’aria di un intrigo internazionale il caso risolto venerdì scorso in Veneto, ma la cui chiave di volta inizia a Como. Qui uno studente comasco e la sua fidanzata, di origini cinesi, stanno trascorrendo alcuni giorni di pausa dall’università approfittando del carnevale. E qui la ragazza riceve la telefonata allarmata, dalla Cina, della madre di una sua cara amica che vive anche lei in Italia: «Hanno rapito mia figlia, vogliono 40mila euro altrimenti la uccidono».

La giovane si presenta, con il fidanzato, negli uffici della squadra mobile della Procura di Como. E inizia a raccontare le allarmanti comunicazioni provenienti dalla Cina. Anzi, proprio mentre è seduta negli uffici della polizia a formalizzare la denuncia, continua a ricevere messaggi con sempre maggiori particolari. Tra questi anche la possibile identità di una delle rapitrici, due donne e un uomo. Nonché il movente.

Tutto sarebbe legato a una truffa che il gruppo - ora in cella - avrebbe subito da un loro connazionale circa un ordine di merce per 40mila euro. A mettere in contatto il terzetto con il presunto truffatore proprio la giovane rapita. Peraltro pure lei vittima del raggiro. Ma alle tre donne poco importa: «Tu ci hai fatto perdere i soldi, la tua famiglia deve restituirceli». I poliziotti iniziano subito a ricercare un possibile telefono cellulare collegato con il nome della sospettata e riescono a risalire a un’utenza che viene intercettata nella zona tra Mestre e Marghera. Anche il telefono della vittima, nei rari momenti in cui è acceso - per poter contattare la famiglia in Cina - aggancia le celle nella stessa zona.

A questo punto i poliziotti riescono a ricostruire un ulteriore contatto, con base proprio a Marghera, che potrebbe aver dato ospitalità alle complici per tenere sotto sequestro la giovane vittima. E contattano i colleghi veneti.

In tempo record si decide di far scattare il blitz, per verificare se effettivamente in quell’abitazione si trovano tracce del sequestro. I poliziotti intervengono proprio mentre le due donne e l’uomo - tutti cittadini cinesi - trascinano fuori casa la ragazza rapita per caricarla in auto e portarla a Milano. Dove, a loro dire (nei messaggio inoltrati alla famiglia) avrebbe dovuto fare una brutta fine.

I tre cinesi vengono immediatamente arrestate per sequestro di persona a scopo di estorsione: si tratta della proprietaria, 27 anni, dell’abitazione di Marghera dov’era detenuta la vittima, e di due complici di una di Padova l’altro di Bologna. La vittima è stata portata in ospedale: sotto choc e con lividi evidenti al volto.

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