«Ancora buio dove è morto mio figlio
Pago le luci con il suo ultimo stipendio»

Como: appello della mamma di Gaetano Banfi, travolto in via Paoli da un’auto pirata. «Fanno tanti lavori inutili ma nemmeno dopo la tragedia mettono in sicurezza quel tratto»

La signora Stefania ha perso suo figlio. Gaetano Banfi aveva 22 anni, è stato travolto nella notte del 20 ottobre scorso da un’auto pirata, nel sottopassaggio all’incrocio tra via Paoli e via Clemente XIII. Mentre la polizia cerca ancora di dare un volto alla persone che guidava il veicolo e non si è fermata a prestare soccorso dopo l’urto (le indagini non si sono fermate, tutt’altro), la signora Stefania torna a farsi sentire. La sua è una seconda lezione di dignità, un secondo messaggio che tocca il cuore, dopo quello affidato proprio a La Provincia nei giorni scorsi, quando aveva detto: «Non provo odio e non cerco vendetta, vorrei solo che quella persona mi guardasse in faccia e mi chiedesse scusa».

Ieri in redazione è arrivata una lettera scritta a mano, con parole da brivido. Dalla casa popolare di via Spartaco dove vive, la mamma di Gaetano ha trovato la forza di dire: «Pago io le luci per illuminare il sottopassaggio in cui è morto mio figlio. Le pago con l’ultimo stipendio di un bravo ragazzo». Stefania vuole scongiurare una nuova tragedia, non si chiude nel dolore ma prova a far nascere da un dramma qualcosa di utile.

In quel tratto di strada, come era emerso già nell’immediatezza dei fatti, è buio pesto. «Facciamo tante cose stupide, tanti lavori inutili, e ci perdiamo per due luci?», si chiede la mamma di Gaetano. «Neanche dopo la morte del mio bambino di 22 anni hanno messo delle luci o qualsiasi altra segnalazione - scrive - Più di un mese è passato ma nulla è stato fatto. Bisognerà discuterne in Comune e i tempi burocratici saranno lunghi». E allora, ecco la proposta che spiazza e commuove: «Le pago io le luci - scrive Stefania - Con l’ultimo stipendio di un bravo ragazzo». Gaetano lavorava come giardiniere e si era sempre dato da fare per aiutare la mamma. Ora lei ha pensato di usare quei soldi, l’ultima busta paga, per rendere meno insidiosa quella strada maledetta.

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