Assurdo: 21 milioni inutilizzabili
Sono i soldi delle compensazioni

Incassati dalla Provincia per Pedemontana e terza corsia della A9, sono vincolati alla ripiantumazione. La competenza è ora passata in capo alla Regione, ma Villa Saporiti non può né restituirli né spenderli

Una cassaforte piena di milioni che nessuno può aprire. È questo il paradosso in cui si trovano l’amministrazione provinciale da un lato e la Regione dall’altro. In mezzo 21 milioni di euro, soldi che la Provincia incassò negli anni scorsi come compensazioni ambientali per i cantieri della terza corsia della A9 e della Pedemontana. Fondi vincolati alla ripiantumazione, ma inutilizzabili.

In passato i soldi non sono stati mai usati (salvo piccolissime eccezioni) e, nel frattempo, la nuova legge di riordino delle Province, ha passato la competenza in materia di Agricoltura, parchi e foreste alla Regione. Nessuna via d’uscita, però. Da Milano, con la delega in tasca, hanno chiesto infatti a Como di versare i 21 milioni di euro, ma senza successo. Il motivo? Squisitamente burocratico. L’amministrazione provinciale, come prevede la legge, è obbligata a mantenere ogni anno il pareggio di bilancio e, a fronte di un’uscita di 21 milioni, dovrebbe avere entrate per lo stesso importo. Impossibile.

È stata presa in considerazione anche l’ipotesi di una rateizzazione dell’importo, ma questo richiederebbe tempi lunghi (pensando alla restituzione di un milione l’anno, ci vorrebbero ventun anni) oltre ad incassi di pari valore. La Regione aveva anche pensato di bloccare i trasferimenti alla Provincia rientrando così del credito, ma anche questa strada non è percorribile poiché Villa Saporiti non può in alcun modo utilizzare i soldi in cassaforte, perché sono destinati come detto solo alla ripiantumazione. Da Como avevano anche scritto al ministero dell’Economia, su indicazione del Pirellone, ma da Roma non è mai arrivata alcuna risposta.

Si tratta, lo ricordiamo, di soldi destinati al territorio comasco poiché è quello che ha subìto l’impatto ambientale delle due grandi opere infrastrutturali. Soldi che ora sono finiti - anche se solo virtualmente - nel calderone regionale. Proprio con il Pirellone era stato raggiunto un accordo per mantenerne l’utilizzo nel Comasco, ma senza sbloccare la combinazione della cassaforte tutto resta congelato.

Como rappresenta un caso unico in tutta la Regione: nessun’altra Provincia si trova infatti nelle stesse condizioni. Le amministrazioni che avevano residui legati alle compensazioni li hanno già da tempo versati a Milano, trattandosi di importi contenuti. Al nodo economico, per il Lario, si aggiunge anche quello della destinazione dei fondi. Impensabile prevedere piantumazioni per una somma tanto elevata. La soluzione potrebbe essere nell’utilizzo dei finanziamenti per contrastare il dissesto idrogelogico (proprio Villa Saporiti aveva redatto, negli anni scorsi, una mappa dettagliata zona per zona con le situazioni più a rischio, soprattutto sul lago) o nella manutenzione di boschi e montagne. Anche in questo caso, però, sono necessarie deroghe e modifiche normative. E nel frattempo, il tesoro resta chiuso nella cassaforte di Villa Saporiti.

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