Ats, cambio al vertice: arriva Catanoso
«Poco attenti a Como? Correggeremo»

Il nuovo direttore sanitario è Giuseppe Catanoso, già responsabile dei laboratori di analisi dell’Asst: «Medici e malati riferiscono che c’è uno squilibrio»

Cambia il direttore sanitario dell’Ats Insubria, dai laboratori della Napoleona arriva Giuseppe Maurizio Catanoso.

Edoardo Michele Majno, attuale figura di vertice dell’Ats, ha rassegnato le proprie dimissioni dal 1 luglio, va in pensione. Gli succede un comasco, Giuseppe Maurizio Catanoso, 58 anni, dal gennaio del 2018 primario del laboratorio analisi dell’Asst Lariana, già riferimento lombardo della Società italiana di patologia clinica e medicina di laboratorio.

Buoni propositi? «Non è facile proporre cambiamenti in una fase emergenziale o comunque almeno post emergenziale – spiega Catanoso - abbiamo visto come, a volte, ciò che sembrava assolutamente necessario in un determinato momento si è rivelato del tutto superfluo nel momento successivo. Il mio primo compito sarà quello di valutare attentamente lo status quo. Naturalmente farò tale valutazione con l’occhio di un medico ospedaliero, magari dunque con una prospettiva un po’ differente. Metterò a frutto la mia esperienza confrontandomi con i miei collaboratori della Ats cercando di capire gli spazi di miglioramento e programmando attività di potenziamento».

Catanoso in passato è stato primario nell’Asst della Franciacorta, nel bresciano, sempre per il laboratorio delle analisi. Calabrese di nascita, si è laureato alla Statale e poi si è specializzato in patologia clinica, biochimica e chimica clinica ad indirizzo diagnostico.

Dall’Auxologico al Galmarini di Tradate è approdato poi tramite concorso a Como, dove ha preso il posto di Luca Frigerio, ora direttore sanitario dell’Avis. Catanoso è dunque, almeno in parte, comasco, arriva dall’Asst Lariana. In un momento in cui la sanità e la politica comasca denunciano una disparità di trattamento con Varese nell’Ats Insubria.

«È vero, molti tra medici e pazienti hanno riferito questa sensazione – dice il nuovo direttore sanitario dell’Ats - ma quello che è avvenuto nei mesi scorsi è stato qualcosa di eccezionale. L’ultima grande epidemia risale al 1968, quindi 52 anni fa. Avremmo potuto fare meglio? È probabile. Forse ci saremmo dovuti preparare prima e meglio? Sì, ma questo lo possiamo dire col senno di poi. Ricordiamo tutti che, anche dopo il paziente zero di Codogno, in molti consideravano il Covid poco più di un’influenza. Poi quando si è visto che non era proprio una malattia banale abbiamo tutti iniziato a correre disperatamente. Tutto questo non è avvenuto solo nel Comasco, ma in tutta Italia. Certo la Lombardia è stata la Regione che ha sofferto di più. Non sappiamo se ci sarà una seconda ondata, però, ora, sicuramente, siamo più pronti ad affrontarla. Ci sono i mezzi e sono state acquisite le competenze per fare presto e bene, sia in ospedale, sia sul territorio».

È un buon auspicio, ai vertici della sanità lombarda è appena stato nominato un altro comasco adottivo, Marco Trivelli. C’è però chi apertamente nella nostra città chiede di spacchettare l’Ats Insubria tornare all’Asl di Como.

«Avrò modo di valutare gli aspetti territoriali – dice Catanoso - e mi spenderò affinché eventuali squilibri possano essere colmati».

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