Autismo in classe, in 400 al corso per i docenti: «I casi aumentano, bisogna attrezzarsi per una didattica inclusiva»

Studenti Un pienone ieri al Gallio per l’iniziativa di formazione rivolta al mondo della scuola. Il professor Cottini: «Problemi per un alunno su 44. La sfida è costruire una didattica inclusiva»

«Facciamo di Como la capitale dell’autismo. Moltiplichiamo eventi come questo coinvolgendo tutti gli attori interessati, il nostro territorio può diventare un punto di riferimento». A parlare è il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Como Marco Bussetti, e la proposta trova subito l’appoggio di Fabio Monti, direttore generale del Collegio Gallio che ieri mattina ha ospitato un evento organizzato dal Cts di Como (Centro Tecnologie a Supporto della disabilità, presieduto da Grazia Miccolis) che ha visto una partecipazione enorme, fatta da oltre 400 persone, in prevalenza insegnanti ma con anche genitori.

Tema sentito

Il tema era “caldo”, visti i numeri sempre crescenti di alunni con problemi di spettro autistico: “L’allievo con autismo in classe: orizzonti inclusivi e nuove prassi”. Una questione che tocca da vicino gli insegnanti e gli educatori, visto che da studi in corso adesso – e non ancora consolidati – il numero dei bambini con autismo sta toccando vette incredibili, anche – in alcuni ambiti – di uno su 44.

Gli obiettivi

Inevitabile insomma, nel 2023, imparare a gestire gli scolari in presenza di problematiche di spettro autistico, un percorso che deve riguardare non solo il rapporto tra studenti ma anche quello della sistemazione delle classi: «Se ho un alunno in sedia a rotelle cercherò di non collocarlo al terzo piano. Lo stesso farò per un alunno con problemi di spettro autistico: devo adeguare la situazione e gli spazi».

Moltissimi, come detto, i presenti. A parlare si sono alternati il professor Enzo Grossi (direttore scientifico della Fondazione Villa Santa Maria), Patrizi Conti (direttrice dell’Uonpia di Asst Lariana), educatori, dirigenti scolastici, rappresentanti delle associazioni del territorio, alla presenza anche di Emanuela D’Ambros dell’Ufficio Territoriale Scolastico che ha chiuso la giornata. Ma l’intervento più atteso è stato quello del professore di Didattica e pedagogia speciale dell’Università di Urbino, Lucio Cottini. Parole imperniate sulla «difficile presenza degli alunni con autismo in classe» e sulla «necessità dell’inclusione». «Costruire l’inclusione è come costruire una parete – ha detto – Serve un primo livello di conoscenza, perché non siamo di fronte a ritardi o limiti, ma a un modello differente di sequenziare gli stimoli. Non è detto che un alunno con autismo abbia ritardi cognitivi, spesso il quoziente intellettivo è alto. L’inclusione tra compagni non si attiva da sola, non bisogna solo fare affidamento sui buoni sentimenti dei bambini, bisogna far loro capire che la diversità e lo scambio sono utili anche a loro».

A Como sono 2.500 gli alunni con disabilità, e di questi la fetta più grande è per l’autismo. «Gli ultimi studi in diversi Stati parlano di uno su 44, ma anche se fosse uno su 80 poco cambierebbe. Per questo dobbiamo focalizzarci su una didattica inclusiva. È questa la sfida. L’aiuto del compagno con autismo non deve essere fatto nei ritagli di tempo: l’effetto positivo di questo lavoro ricade su entrambi e insegna a immedesimarsi nell’altro».

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