Autisti del bus, scontro azienda-sindacati
«Il 15% è in malattia». «Falso, pochi casi»

Anche ieri cancellate molte corse a fronte della disponibilità di 175 mezzi in meno - La media degli assenti è quasi doppia rispetto allo scorso anno. Attesa per il vertice di giovedì

Como

Continua lo sciopero mascherato in Asf. Giovedì è atteso un vertice con i sindacati, ma per parlare dei premi di “produzione”, cioè dei premi che i dipendenti vorrebbero vedersi riconoscere per il lavoro svolto nel corso dell’emergenza pandemica.

Anche ieri l’azienda ha intanto confermato che circa il 6% delle corse è stato cancellato, per un totale di circa 175 bus in meno, in virtù dell’assenza del 15% degli autisti, una sessantina di lavoratori rimasti a casa. Un tasso d’assenza che è quindi addirittura aumentato rispetto ai giorni scorsi, quando ancora si attestava al 13%.

Occorre ricordare che da venerdì il Green pass è obbligatorio per lavorare e dunque le assenze per malattia, raddoppiate rispetto al normale, potrebbero celare una quota importante di “no vax”.

I sindacati però respingono questa tesi, secondo le principali sigle i non vaccinati in Asf sarebbero pochissimi. Per i rappresentanti dei lavoratori l’obbligo della certificazione è stato utilizzato dall’azienda per celare difficoltà croniche maggiori, relative alla carenza di personale. Di contro gli autisti continuano a parlare di salari troppo bassi e di premi promessi e mai arrivati anche dopo due difficili anni di pandemia.

A tal proposito il vertice convocato dall’azienda giovedì ha l’obiettivo di trovare un equilibrio e far rientrare lo scontro. Tutto ciò comunque non ha niente a che vedere con l’assenza per malattia. L’azienda non offre una sua sicura lettura dei problemi e i sindacati parlano di contratti e condizioni di lavoro.

Che ci siamo molti autisti a casa è chiaro. Bisogna pensare che, dati di Asf alla mano, il tasso di assenza tra gli autisti negli ultimi cinque anni è oscillato in media dal 4,4% del 2019 al 5,8% del 2016, nel 2020, con il Covid in circolazione però, eravamo all’8%. Oggi sono sette punti percentuali in più.

L’assenza per malattia però può essere verificata. Intanto a monte il medico dovrebbe accertare un reale bisogno di cura, cosa che non sempre accade. Ma l’Inps con le ispezioni può anche chiedere conto ai dipendenti rimasti a casa. La direttrice dell’Inps di Como Rosaria Carriello fa sapere che oltre ai controlli a campione le aziende possono fare richieste specifiche. Al servizio nel Comasco ci sono otto medici convenzionati che ogni giorni devono effettuare ispezioni domiciliari, non molti a dire la verità. Asf sulle ispezioni non vuole però dare informazioni, non specifica se chiederà o meno controlli.

La verità è che giovedì c’è un vertice con tutti i sindacati e tutti sperano di far rientrare questo scontro parlando di premi.

Uno sciopero mascherato sul quale è meglio non agitare ancor di più le acque. «I dati circa le assenze per malattia forniti dall’azienda non sono veritieri – attacca Francesco Pergola, rappresentante sindacale in Asf e referente della Cisl – Molti autisti mancano perché hanno diritto alla legge 104, per poter seguire parenti disabili. I non vaccinati senza Green pass saranno due o tre. La verità è che da tempo siamo sotto organico, siamo pochi e i nuovi bandi d’assunzione vanno deserti».

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