Auto inquinanti nel Comasco
Scattano i divieti di circolazione

Sono 77 i Comuni interessati dal provvedimento stabilito dalla Regione

Nei giorni scorsi il Pirellone aveva stabilito il divieto di circolazione, per un totale di 12 ore al giorno, per i veicoli a benzina Euro 0 e i diesel Euro 0, 1 e 2 fino al 15 aprile 2016, dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30, su un totale di 570 Comuni.

In precedenza il divieto riguardava 209 Comuni, corrispondenti agli agglomerati urbani di Milano, Brescia e Bergamo e i capoluoghi di provincia della bassa pianura. Un parte della provincia di Como era considerata come agglomerato di Milano: oltre al capoluogo di provincia, c’erano Arosio, Cabiate, Cantù, Capiago Intimiano, Carugo, Casnate con Bernate, Figino Serenza, Fino Mornasco, Grandate, Lipomo, Mariano Comense, Novedrate e Senna Comasco.

Il totale erano 14 i Comuni interessati dalle disposizioni a tutela dell’ambiente. Ora, a questo primo elenco, si aggiunge quello dei Comuni che la Regione ha ricompreso a suo tempo nella zona di “Pianura ad elevata urbanizzazione”: si tratta, per la provincia di Como, di 63 territori, per un totale di 77 Comuni.

In pratica, cartina alla mano, si tratta di tutti i centri a sud di Como, con una sorta di linea immaginaria che attraversa proprio il capoluogo e taglia in due la provincia. Esclusi, quindi, tutti i Comuni del lago e della valle Intelvi, oltre al Triangolo lariano.

Il divieto, delibera alla mano, si applica su tutti i tratti stradali, a esclusione delle autostrade, delle strade di interesse regionale R1 e dei tratti di collegamento tra le autostrade e le strade R1 e gli svincoli delle stesse e i tratti di collegamento ai parcheggi posti in corrispondenza delle stazioni periferiche dei mezzi pubblici o delle stazioni ferroviarie.

Per capire se la propria auto è interessata al provvedimento basta consultare il libretto di circolazione del veicolo. Non è mancata, a maggior ragione quest’anno con l’estensione dei Comuni, non è mancata qualche polemica, soprattutto legata alla reale utilità di un provvedimento contestato già in passato, anche se i fautori del divieto restano convinti dei benefici, dati alla mano, su tutto l’ambiente. Per la Regione, e soprattutto per i capoluoghi più settentrionale, l’inquinamento atmosferico resta un problema

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