Autostrade in difesa sul caos traffico
«Lavori necessari, finiti il 15 novembre»

Beccaccini, direttore di “tronco”: «Abbiamo esaurito le opere su sette delle 10 gallerie - Stiamo cercando di correre al massimo. La chiusura di Monte Olimpino? È un’uscita secondaria»

Como

La viabilità cittadina è sempre nel caos, l’osservata speciale è soprattutto l’A9 con l’uscita di Monte Olimpino chiusa fino al 15 di novembre e i restringimenti e i cambi di corsia anche di giorno all’altezza di Lazzago. La società Autostrade bersagliata dalle lamentele dei cittadini e dell’amministrazione si difende così.

Oltre la metà dell’opera

«Gli interventi in corso sono compresi nel piano di assestamento delle gallerie – spiega Luca Beccaccini, direttore di tronco di Autostrade per L’Italia –, sono controlli e manutenzioni obbligatorie alla luce delle recenti normative europee. Concluse le ispezioni negli scorsi mesi abbiamo già esaurito le opere su sette delle dieci gallerie presenti sulla tratta a ridosso della città di Como, cinque per lato in soli quattro chilometri. Delle tre gallerie rimanenti due sono a San Fermo dove lavoriamo con i restringimenti diurni e i cambi di corsia che si incontrano arrivando da Grandate. L’altra è la galleria di Monte Olimpino dove si è resa necessaria la chiusura dell’uscita dovendo consolidare e impermeabilizzare la calotta».

La recente normativa europea ha imposto lavorazioni prima dimenticare per anni su una rete stradale vetusta, le nostre sono gallerie degli anni sessanta. Ma non si può fare un po’ più in fretta?

«No, stiamo già cercando di correre al massimo – spiega Beccaccini –. Le chiusure notturne servono appunto ad accelerare la conclusione dei lavori. Si tratta di cantieri programmati che intendiamo concludere entro la fine dell’anno per evitare blocchi causa ghiaccio e neve. I lavori seguiranno, non dovessimo riuscirci, l’anno successivo, ma solo per le parti che non impattano il traffico. Il 15 di novembre contiamo di riaprire l’uscita di Monte Olimpino. Un’uscita comunque secondaria che conta circa il 10% dell’utenza rispetto alla più importante uscita di Como centro. Precisiamo che nonostante i lavori non riscontriamo un forte impatto sui flussi autostradali». È però evidente che il 10% dei mezzi che prima uscivano a Monte Olimpino adesso si somma ai mezzi che transitano dal casello di Como Centro. Tra le 7.30 e le 8.30 di mattina dalla barriera entrano ed escono oltre 2mila auto e più di 200 camion, la sera tra le 17.30 e le 18.30 oltre 2.800 macchine e 170 tir. Sono stime di due anni fa, adesso i numeri sono aumentati. Del resto già da Milano i cartelloni luminosi avvisano di code e attese, tutti i navigatori consigliano di uscire prima e entrare in città. L’era post Covid probabilmente non ha aiutato, i mezzi pubblici sono più vuoti e ci sono più lavoratori al volante.

Verifiche obbligate

«Comprendiamo bene i disagi per la cittadinanza – dice ancora Beccaccini – ma garantiamo il massimo impegno per minimizzare le ripercussioni create dai cantieri. Sono, come detto, controlli e riqualificazioni obbligatori da fare necessariamente per ragioni di sicurezza». In città il traffico è impazzito da metà settembre, non solo a Lazzago e in via Paoli, complice anche un piccolo cantiere, ma anche nei quartieri a nord, verso via Bellinzona, via Nino Bixio, via Per San Fermo, come pure in via D’Annunzio. Per attraversare Como ci si mette un’ora.

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