Autovelox sull’autostrada svizzera
In sei mesi multe per 8 milioni di franchi

Il bilancio dei controlli della Polizia svizzera sulla A2 a Balerna: straniero il 60% dei multati

Otto milioni di franchi incassati in sei mesi, 68.382 infrazioni contestate (media di 116 franchi l’una, e ben 43.800 franchi al giorno). E’ il bilancio del funzionamento dell’autovelox montato sei mesi fa a Balerna sull’autostrada A2, un paio di chilometri prima della frontiera di Brogeda. Impianto che funziona soltanto in direzione sud, verso l’Italia.

Secondo La Polizia cantonale l’impianto è stato installato «secondo un principio di prevenzione e sensibilizzazione volta a garantire la sicurezza dei conducenti. Si rammenta che la scelta dell’ubicazione è stata proposta dalla Polizia cantonale e approvata dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) che ha promosso e finanziato l’impianto, con l’intento di regolare la velocità con l’approssimarsi del valico doganale di Chiasso Brogeda. Un tratto stradale, è bene ricordarlo, caratterizzato da un forte afflusso di transiti giornalieri e sul quale nel corso degli anni sono stati registrati diversi incidenti della circolazione».

Questi i dati. Da gennaio a fine giugno i veicoli transitati sono stati 2’462’117 e il totale delle infrazioni constatate 68’382 di cui 3’167gravi o medio gravi. La velocità massima registrata è stata invece di 199 km/h e il conducente è stato pertanto denunciato al Ministero pubblico quale pirata della strada. La percentuale dei veicoli incappati in un’infrazione per rapporto al totale delle vetture transitate è del 2.57% in media con la percentuale riscontrata solitamente per apparecchiature di questo genere al loro primo anno di posa.

Il totale delle contravvenzioni ammonta a oltre 8 milioni di franchi e il 59% dei contravventori è di nazionalità straniera.

La Polizia conclude il comunicato precisando che «seguendo un criterio di prevenzione, l’apparecchiatura non è stata sempre in funzione, ma la sicurezza stradale ha comunque potuto beneficiare dell’effetto deterrente che anche un’apparecchiatura spenta può apportare».

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