Battello gelateria, Comune alla carica
Una perizia prima di spostarlo

Inutilizzato dal 2008, il vecchio “Lario” dovrà essere trasferito

Incarico a un ingegnere: dovrà stabilire se è ancora in grado di galleggiare

Che fine farà il battello gelateria, chiuso dal giugno del 2008, quando il cantiere per le paratie costrinse il gestore a issare bandiera bianca?

Il Comune ha in questi giorni affidato all’ingegnere Carmelo Leonardo Telesca l’incarico di svolgere una perizia tecnica che consenta di “fotografare” lo stato dell’arte, cioè le condizioni in cui versa il vecchio “Lario” e con esse il suo valore attuale alla luce del livello di integrità e di galleggiabilità.

Il punto è in fondo proprio questo: detto che lì dov’è non potrà restare (la concessione era scaduta e non fu mai rinnovata) il vecchio battello dovrà essere trasferito altrove, anche se non è chiaro dove. E il primo problema riguarda proprio la sua capacità di mantenersi a galla.

Il trasferimento, nelle intenzioni dell’attuale amministrazione (in realtà anche di quella precedente), dovrebbe chiudere una volta per tutte l’annosa questione, che si trascina ormai da più di nove anni a colpi di carte bollate.

L’ultima, incombente, è quella concernente un ricorso al Consiglio di Stato proposto dal gestore della gelateria Egidio Sangiorgio, il quale si oppone al trasferimento del battello anche per questa ragione, sperando che il Consiglio stesso possa dare torto al Comune, e quindi consentire la ripresa dell’attività.

Dal canto suo il Comune si trova a dover fare i conti con un paio di paletti. La concessione scaduta, come detto, ma anche e soprattutto l’intervenuta modifica di una serie di leggi e norme, in primis quelle relative all’utilizzo delle aree demaniali, sulle quali non è più consentito aprire locali pubblici.

Le prime ingiunzioni alla proprietà risalgono al 2009, al punto che mesi fa l’allora assessore comunale Marcello Iantorno aveva per primo schiuso alla possibilità che, dopo avere eseguito una perizia, il vecchio battello gelateria potesse addirittura finire all’asta, in mano al miglior offerente.

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