Bene gli ospedali comaschi
Ma a volte si aspetta troppo

Il programma nazionale esiti fotografa i numeri, le eccellenze e le ombre. Oggi sul giornale

Quanto si aspetta negli ospedali del Comasco? Troppo. È quanto emerge dal “programma nazionale esiti”, sviluppato da Agenas per conto del ministero.

Gli ultimi dati di questa maxi indagine consentono di attribuire un giudizio positivo alle strutture comasche, pur con qualche ombra. Sono moltissimi gli indicatori presi in esame, possiamo dire che per esempio Como ottiene voti alti per la cura dell’infarto e dello scompenso cardiaco, mentre qualche ospedale rimedia una tirata d’orecchie perché costringe i pazienti con frattura del collo del femore ad attendere più del previsto prima di potersi sottoporre all’intervento chirurgico.

Per quanto riguarda l’infarto, nessuna struttura comasca fa registrare un tasso di mortalità a trenta giorni superiore ai valori-soglia.

Meno positivi, come accennato, i dati sugli interventi per frattura del collo del femore effettuati entro due giorni: non bisognerebbe scendere sotto il 60%, invece il Sant’Anna è al 25,9% (in media si attendono 5 giorni ma va detto che il numero complessivo di casi è molto elevato, 200), l’ospedale di Cantù al 17,7% e quello di Erba al 36,6%.

Interessanti anche le informazioni sul numero di persone ricoverate in un anno nella nostra provincia, in base alla patologia: al primo posto lo scompenso cardiaco (1.407 ricoveri), seguito da broncopneumopatia cronica ostruttiva (959), colecistectomia (760), frattura del collo del femore in pazienti anziani (751).

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