Botte, minacce e angherie contro la ex fidanzata. Uomo di Breccia arrestato (per la seconda volta) dalla polizia

L’inchiesta Da agosto fino ad oggi avrebbe reso un inferno la vita della donna cui fu legato

La prima reazione, appresa della fine della relazione, fu quella di lanciare addosso alla sua compagna della birra, colpendola anche con degli schiaffi. Era il 18 di agosto di quest’anno. Da quel giorno, per una donna di Rebbio, iniziò una escalation di molestie e minacce che hanno portato la procura di Como – pubblico ministero Antonia Pavan – a chiedere per il suo ex fidanzato, 42 anni di Breccia, una misura cautelare in carcere per una lunga serie di contestazioni che vanno dallo stalking al danneggiamento, dalla violazione di domicilio commessa in ben due occasioni – introducendosi di notte nella casa della ex dopo aver forzato la porta – fino al portare in luogo pubblico un tubo di metallo con lui la attendeva sulla scale che conducevano all’appartamento.

Episodi racchiusi in appena tre mesi che hanno convinto il pm e anche il gip Massimo Mercaldo che ha concesso la misura cautelare, della pericolosità dell’indagato. L’uomo, tra l’altro, era già stato arrestato dalle volanti della polizia proprio al termine dell’ultimo di questi episodi, datato 10 novembre, quando gli agenti erano stati chiamati sul posto dopo che l’ex geloso aveva sfondato a calci la porta di casa della donna.

Tutto era iniziato, come detto, in agosto al termine di una relazione che era durata 18 mesi. La fine della storia d’amore era stata vissuta in modo traumatico dall’uomo che aveva iniziato a vessare la donna. Nell’ordinanza sono molti gli episodi che vengono contestati, in un crescendo di pressioni che aveva portato la ex a non parcheggiare più l’auto sotto casa e a vivere con le tapparelle dell’appartamento abbassate, oltre che a tornare per qualche giorno anche a casa dell’ex marito pur di evitare di incrociare il quarantaduenne.

Quest’ultimo, in ben due occasioni aveva abbattuto la porta di casa entrando nell’appartamento – una volta, il 21 di agosto, anche incidendo la porta stessa e gli stipiti con scritte e insulti – e una volta era stato visto dai vicini attendere sui gradini con un tubo di metallo in mano. A questo bisogna poi aggiungere i messaggi con il cellulare e le telefonate, arrivate anche a quaranta al giorno. Una escalation di gelosia culminata con la nuova irruzione di novembre conclusa con l’arresto. L’indagato, assistito dall’avvocato Ferruccio Felice, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ora però sono cresciute e di molto le contestazioni che gli vengono rivolte dalla procura che sta indagando da mesi su quella relazione malata, in cui già una volta la donna aveva presentato una denuncia querela poi cancellata con la remissione per paura proprio delle reazioni dell’ex compagno.

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