Bus, la promessa dei politici
«Saliranno tutti gli studenti»
Ma i presidi sono pessimisti

Agenzia Tpl e Villa Saporiti ottimisti dopo l’ok all’80% di capienza: «Pronti a riproporre l’orario dell’anno scorso, salvo qualche caso funziona»

Dal temuto 50% a un più rassicurante 80% di spazio utilizzabile: ciò significa che sui bus potranno salire tutti gli studenti, in linea teorica. Il problema sarà poi la prova sul campo, soprattutto l’impatto della discesa e della salita.

Dopo l’accordo tra Stato e Regioni sulle linee guida per i trasporti pubblici locali, si fa strada la speranza di un anno meno tribolato. Anche se l’Agenzia Tpl di Como, Lecco e Varese aspetta ancora l’ultimo Dcpm per avere chiarezza assoluta. Meglio comunque dell’opzione balenata poche settimane fa con il rischio di lasciare a piedi 5mila studenti in città.

Luci e ombre

«Per il momento – spiega il presidente Angelo Colzani – siamo per riproporre l’orario dell’anno scorso, anche perché salvo qualche caso particolare non conosciamo situazioni che vadano in effetti oltre la quota dell’80%». Quindi si è già d’accordo con le aziende che faranno le proposte e nelle prossime ore ci si confronterà con il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca.

Certo, qualcosa che impensierisce appunto c’è: «Ci preoccupa la discesa e la salita – spiega ancora il presidente dell’Agenzia – un po’ troppo fiscale e difficilmente gestibile. Non è tanto per il distanziamento, con lo zaino c’è già. Ci preoccupa, piuttosto, il ritardo che potrebbe portare sulla corsa il cumulo delle fermate». Ciò che è stato delineato in teoria, potrebbe insomma rivelarsi un po’ più complesso in pratica, con tutte le conseguenze del caso.

Ma si vuole avere fiducia: «Io spero che con questa norma – prosegue – si riesca a coordinarsi con gli orari, provvisori o definitivi, delle scuole. Aspettiamo le ultime proposte e il decreto, poi ci sediamo con i tecnici».

Davvero, però, non rischia di rimanere a piedi nessuno? Si è fiduciosi e Angelo Colzani fa un’ulteriore considerazione: «Speriamo anche di avere dei finanziamenti, qualche corsa aggiuntiva è già prevista». Arduo prevedere cosa accadrà, a livello di presenze, alle fermate dei bus. È possibile che ci sia anche un maggiore ricorso al mezzo privato all’inizio, un po’ com’è accaduto ai lavoratori pendolari alla ripresa delle attività lo scorso maggio. Tutto andrà verificato sul campo, passo dopo passo: «Ci stiamo preparando per monitorare i primi giorni, che saranno decisivi, per chi viene o non viene». Portando avanti anche un’operazione di educazione al mezzo pubblico.

La verifica

Pronti all’esercizio sul campo per collaudare il nuovo corso, è al momento dell’avvio dell’anno scolastico che si capirà l’impatto reale di queste disposizioni. «Invitiamo le famiglie a darci una mano – conclude Angelo Colzani – ad affrontare queste indicazioni, bisogna aiutare gli autisti affinché non si trovano in difficoltà».

La Conferenza delle Regioni si è svolta lunedì sera, poi quella unificata con il Governo. Secondo la Regione Lombardia, la soluzione è da considerarsi come un compromesso tra le sue richieste, che puntavano al 100%, e le valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico nazionale. Con un altro aspetto chiave: queste regole vanno applicate a tutto il trasporto pubblico locale, senza distinzione tra urbano, extraurbano e servizio ferroviario regionale. Si è rimarcato anche che la possibilità di integrare il 20% del “servizio aggiuntivo” che manca, è garantita dallo stanziamento di risorse specifiche. Ma la stessa Regione ha avvisato che non può escludere a priori disagi.

Decisamente meno ottimisti i presidi: «Per quanto riguarda i trasporti, la situazione continua a essere problematica - commenta Nicola D’Antonio, preside del Giovio - pur con la capienza all’80%, non riusciranno ad arrivare tutti i nostri studenti». Stando agli incontri tenuti in questi mesi fra istituti e agenzia del trasporto, era stato infatti sottolineato come il tasso di occupazione dei bus fosse in passato ben al di sopra del cento per cento.

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