Como: Ca’ d’Industria
la benedizione del Papa

Recapitata una pergamena di Francesco. Folla ieri nella sede di via Brambilla per le celebrazioni

Un regalo inatteso ed emozionante. Anche Papa Francesco rivolge un pensiero per i duecento anni della Ca’ d’Industria. Lo ha fatto venerdì, quando ha recapitato una pergamenta con la benedizione, giunta dopo la richiesta degli ospiti di venire a trovarli. Inattesa gioia, alla vigilia del secondo appuntamento per le celebrazioni.

«Ho una certa età, 105 anni, e qui mi tengono da conto». Le parole di Regina, vecchia signora con un sorriso smagliante e ospite della struttura, sintetizzano cos’è la Ca’ D’Industria: un luogo che ha raccolto nei due secoli di storia, con umanità e semplicità, decine di migliaia di comaschi. Ieri, nella sede storica di via Brambilla, si è tenuto, davanti a una platea emozionata e gremita di autorità, ospiti, famigliari, collaboratori, volontari e cittadini, il secondo appuntamento per la celebrazione dei 200 anni.

«Il 3 marzo - ha ricordato la consigliera Angela Corengia - siamo usciti in città con i nostri ospiti per la messa in Duomo del Vescovo. Oggi siamo noi ad accogliere la città». Per un “inciampo” di salute, il presidente Clemente Auguadro non ha potuto partecipare alla mattinata: il suo discorso, preparato per l’occasione, è stato letto dal vicepresidente Marco Matteucci.

Nell’intervento, dopo aver riportato la bella testimonianza di Regina, è sottolineato il senso che, dal 1817, muove la storica realtà lariana: «Toglieva i comaschi dalla strada e insegnava loro un lavoro. Oggi offre ai suoi anziani tutta una serie di servizi socio sanitari che non sarebbe possibile ottenere con continuità nel solo ambito famigliare». Inoltre, gli ospiti sono un piccolo universo prezioso di ricordi, informazioni, conoscenza e sapienza: «Noi dobbiamo semplicemente stimolare questo mondo così da non perderlo con il trascorrere degli anni e delle malattia - ha scritto Auguadro - Queste mura hanno visto di tutto, ma lo spirito di accoglienza non è mai mancato. Quelle braccia aperte del nostro logo, che richiamano le volte del nostro chiostro, significano accoglienza e protezione».

L’impegno economico e finanziario è gravoso, anche perché i servizi sociosanitari sono di alto livello, oltre il 30% dello standard della Lombardia, e il periodo di crisi odierno è per certi versi quasi analogo a quello della nascita: «Le risorse delle famiglie necessarie per mantenere il congiunto in una struttura di buon livello iniziano a non essere più sufficienti e le famiglie sono in difficoltà. Abbiamo bisogno non solo di donazioni finanziarie, ma serve la disponibilità di persone generose che donino parte del loro tempo». In ogni caso, negli ultimi 3 anni è stato raggiunto il pareggio di bilancio senza aumentare le rette ordinarie, anzi è previsto per quest’anno un piccolo sconto del 5% per le coppie. Inoltre, è stata avviata una ristrutturazione dell’immobile.

La celebrazione è continuata con l’intervento della direttrice Marisa Bianchi, che ha ringraziato e sottolineato la forza della squadra di Ca’ D’industria e l’importanza di essere un soggetto capace d’interpretare i bisogni del territorio, realizzare servizi e stimolare occasioni di confronto e stimolo, aprendosi sempre di più.

Particolarmente apprezzato dalla platea il racconto di Maria Castelli, autrice de “200 parole per 200 anni”, inserto de “La Provincia” distribuito ieri. Sono state coinvolte pure le scuole: gli studenti della 5B del liceo artistico Giuseppe Terragni presso il centro studi Casnati hanno realizzato due “corti”, l’Accademia Galli si è occupata dei pannelli e dei tessuti ed Enaip del buffet. Infine, a chiusura della festa, è stata scoperta un’opera dell’artista Giuliano Collina, riproducente il chiostro della struttura.

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