Ca’ d’Industria, profondo rosso
Servono due milioni per far tornare i conti

La chiusura di Villa Celesia è conseguenza dell’anno di epidemia e del crollo del numero degli ospiti - Regione, Comune e Ats: «Ridurre i costi e resistere»

Como

Due milioni di euro di buco, Ca’ d’Industria è sull’orlo del baratro. La storica Fondazione che si occupa in città della terza età è in grave difficoltà, tanto da aver deciso di chiudere Villa Celesia, la residenza per anziani autosufficienti di via Bignanico.

«Al 31 marzo il bilancio della fondazione è in perdita di 600mila euro – si legge in un documento sindacale stilato dopo l’incontro con i vertici di Ca’ d’Industria - con una previsione al 31 dicembre che stima una perdita di più di due milioni di euro. Ci sono 109 posti letto liberi, sono state ammesse molte persone negli ultimi mesi, ma questo purtroppo non è servito ad aumentare la saturazione dei posti».

Tra le strutture di Rebbio, via Brambilla e Le Camelie, Ca’ d’Industria dispone di 349 posti, più gli 88 a Villa Celesia per anziani autosufficienti, dunque 437 letti in totale. Avere 109 posti vuoti significa che una retta su quattro manca all’appello. Sono state circa un centinaio le vittime del Covid tra gli ospiti, con pochissimi nuovi ingressi. Senza poter incontrare i propri cari le famiglie sono restie ad affidarsi alle Rsa. Proprio ieri il ministro speranza ha firmato un’ordinanza che prevede il “green pass” per poter accedere come visitatori.«La Fondazione si è mossa con Regione, Comune di Como ed Ats – si legge - per provare a cercare supporto da tutti gli organi istituzionali e concretizzare dei progetti nuovi. Tra cui le cure intermedie su Rebbio, ma non è stata data la possibilità come di attivare dell’assistenza domiciliare, le cure a casa e i servizi per l’assistenza ai disabili. Le indicazioni che sono state date sono quelle di ridurre i costi e resistere».

I tempi per ripartire con nuove idee non sono «rapidi e vicini», «non ci sono grandi speranze» di arrivare a finanziamenti europei, utili magari a rivoluzionare proprio villa Celesia in una comunità alloggio con unità immobiliari indipendenti. «In vista c’è un percorso di riconversione delle strutture in unità abitative molto più piccole – si legge ancora - passando dalle grandi strutture a realtà più gestibili. Si sta pensando ad un servizio domiciliare in convenzione con il Comune di Como per anziani soli e si sta lavorando nell’ottica di trovare nuova clientela, anche con consulenze al domicilio». Ma l’orizzonte non è immediato, «da un punto di vista economico per tutto il 2021 non ci sono certezze».

Martedì sera i lavoratori si riuniranno in assemblea. La Fondazione comunque ha già deliberato la chiusura di Villa Celesia, un pensionato acquisito dalla Ca’ d’Industria negli anni novanta. Ai 38 ospiti oggi presenti a Villa Celesia è stato proposto il trasferimento in un’altra struttura della Ca’ d’Industria, accompagnati da gruppi di operatori, sono 31 i dipendenti della struttura compresi gli addetti al servizio di ristorazione.

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