Cantone: «Paratie
Decideva l’impresa»

Il presidente dell’Anticorruzione ieri a Lecco: «Con un piano valido dall’inizio non sarebbe successo nulla». Domani un vertice

Raffaele Cantone preferisce non strappare l’applauso facile alla platea che ha riempito la sala di via Ongania, a Lecco, per un incontro sulla “cultura della legalità”, parlando di paratie. Concluso il suo intervento dedicato al rischio di corruzione negli enti pubblici, però, il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone non si sottrae alle domande sullo scandalo comasco.

«Una vicenda emblematica? Diciamo innanzitutto che, se fosse stato fatto un progetto definitivo ed esecutivo validato, tutto questo non sarebbe successo - risponde - Dopo di che, il caso dimostra come certe leggi, che non funzionano, facciano comodo a un certo tipo di impresa. Quell’impresa che, quando entra in un cantiere, non vuole più uscire». Cantone conosce benissimo la questione paratie, se n’è occupato in prima persona e l’Anac - come noto - ha bocciato senza appello la terza variante voluta dal Comune. Nelle scorse settimane è arrivato a ipotizzare il commissariamento dell’azienda, come avvenuto per Expo: «Il commissariamento riguarderebbe l’appalto dalla parte della ditta, non dalla parte dell’amministrazione - spiega - Si commissaria l’impresa con riferimento solo a quell’appalto. Su questo sto riflettendo, perché oggi commissariare l’appalto significa commissariare il nulla. Non c’è un’attività in corso, non si sa cosa accadrà, se l’appalto verrà confermato o meno. Quindi sto valutando».

Il presidente dell’Anac parla a poche ore da un vertice tra Comune, Regione e Italia Sicura (fa riferimento alla Presidenza del Consiglio). Il vertice è in programma domani e dovrebbe servire a tracciare il percorso per far ripartire i lavori. «Il nostro ruolo? I contatti ci sono, anche con il presidente Maroni. Ma non ho voluto partecipare all’incontro perché mi sembrava nascesse senza chiarezza. E non volevamo entrare in una situazione non chiara su chi si deve occupare di cosa». «La nostra attività per certi versi è finita - dice ancora - Ovviamente se si riavvia il tutto possiamo svolgere un ruolo attraverso il meccanismo della vigilanza collaborativa. Ma le cose che dovevamo scrivere le abbiamo scritte, sono quelle. Le soluzioni ora devono verificarle loro: Comune e Regione, con Italia SicurA».

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