Le parole del vescovo alla città, nella giornata di Sant’Abbondio: «Ogni persona è portatrice di un dono, tutti unici e diversi»

La celebrazione Il pontificale del cardinale, vescovo di Como, Oscar Cantoni, pronunciato oggi in Duomo si è basato su tre snodi: missione, sinodo e mistero

Missione, sinodo e ministero: sono i tre snodi fondamentali su cui si è concentrato il pontificale del vescovo Oscar Cantoni, tenutosi oggi, 31 agosto, in Duomo in occasione della celebrazione del Santo patrono di Como. Il cardinale, di fronte ai fedeli riuniti, ha indetto ufficialmente la prossima visita pastorale ai vicariati.

«Il nostro comune paziente impegno di Chiesa sarà finalizzato innanzitutto ad una progressiva trasformazione missionaria della Chiesa, secondo l’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, che disegna una nuova idea di missione, in modo che tutti i battezzati si riconoscano come “discepoli missionari”» ha spiegato Cantoni, esponendo il primo dei punti elencati.

«Vorremo, poi, aiutarci a costruire, in secondo luogo, una Chiesa più sinodale, in cui viene riconosciuta la comune dignità battesimale e dove la corresponsabilità di tutti i cristiani nella missione siano non solo affermate, ma anche esercitate e praticate». Lo stile sinodale cui ha fatto riferimento è quello «di ascolto e di attenzione, che permette di trasformare tutte le nostre relazioni, includendo, con questo metodo, anche coloro la cui voce è più frequentemente ignorata, come anche le altre comunità di fede e la società nel suo complesso». Il terzo, fondamentale, snodo richiamato dal cardinale è «la scelta della ministerialità, quale esigenza della vocazione missionaria di ogni credente». E per raggiungere quest’ultimo obiettivo, Cantoni ha invitato alla promozione di percorsi formativi in vista dello sviluppo dei ministeri del lettorato, dell’accolitato e del catechista.

Tra gli obiettivi che il cardinale si propone di raggiungere con la visita pastorale, c’è anche quello di una maggiore interazione tra le singole parrocchie, comunità pastorali, gruppi, associazioni e movimenti, per promuovere e sviluppare quei tre snodi fondamentali indicati all’inizio del discorso rivolto alla città. «Questi tre pilastri si alimentano e si sostengono vicendevolmente, alla luce di un unico denominatore comune, quello della misericordia».

La Chiesa delineata oggi nelle parole di Cantoni è una Chiesa unita, in cui tutti devono potersi sentire discepoli, «compreso l’apporto insostituibile dei fedeli laici, tra cui i giovani e le donne, e del contributo prezioso dei membri della vita consacrata, femminile e maschile».

E questo perché, come ha voluto precisare Cantoni, «ogni persona, con la sua precisa identità, è portatrice di un dono, di un carisma e di uno stile specifico, tutti unici e diversi, che però si incontrano in un’unica vocazione ecclesiale, la comune chiamata del Signore Gesù: “seguimi!”. In questa espressione tutti, laici, religiosi, consacrati, ministri ordinati diventiamo una cosa sola».

Infine, il riferimento al santo patrono della città, celebrato proprio oggi: «Sant’Abbondio, che ci ha insegnato a riconoscere e approfondire il mistero della incarnazione e della redenzione del Figlio di Dio, ci insegni a vivere in modo più umano l’esistenza cristiana, come Dio la vuole e ce la dona con amore. Ci aiuti a riconoscere in Cristo la via che da Dio giunge all’uomo e nello stesso tempo la via che, nel seno della storia, conduce l’essere umano a Dio, misericordia infinita».

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