Causa a “La Provincia”
per le critiche sul Covid
Moratti scarica l’Ats
«Sarà ritirata»

L’assessore prende le distanze dall’azione legale contro La Provincia La direzione Welfare: «Non ne sapevamo nulla, la vicenda sarà ricomposta»

Como

Sul caso dell’azione legale promossa da Ats Insubria nei confronti del quotidiano La Provincia - al quale i vertici varesini della sanità comasca hanno chiesto un risarcimento danni «tra i 50mila e i 250mila euro» - ieri è arrivata da Milano una nota dell’assessorato regionale: «In merito alla vicenda Ats Insubria - La Provincia di Como, la vicepresidente ed assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti chiarisce di aver immediatamente chiesto alla direzione generale Welfare di avviare una indagine di approfondimento circa le contestazioni mosse da Ats Insubria al quotidiano La Provincia di Como su fatti risalenti al 2020, prima del suo insediamento all’assessorato.“Abbiamo condotto le opportune verifiche – spiega la direzione generale Welfare – su una azione di cui non eravamo stati preventivamente informati. Nelle prossime settimane, in occasione del tentativo conciliatorio già programmato, la vicenda sarà composta senza ulteriori strascichi e con reciproco rispetto e riconoscimento”».

La netta presa di distanza dei vertici della sanità regionale arriva - per riassumere le puntate precedenti - a poche ore dalla notifica della denuncia con cui il direttore generale di Ats Insubria Lucas Maria Gutierrez rivendicava un asserito danno di immagine cagionato da «una campagna denigratoria sistematica, massiccia, accanita e mirata da potersi qualificare come volutamente persecutoria» portata avanti attraverso «centinaia di articoli» sulla gestione della pandemia.

In soldoni, ai cronisti si imputava la colpa di avere dato voce a quanti lamentavano lacune, inciampi ed errori del sistema, sia sul fronte del tracciamento del virus sia, più in generale, su quello della gestione dell’emergenza in quelle ore e in quelle giornate tragiche e convulse. Le presunte critiche mosse dal giornale (la cui redazione, peraltro, quasi mai ottenne i dati e le informazioni in più occasioni richieste ai vertici dell’azienda) altro non erano che il resoconto, sempre documentato, della disavventure occorse ai tanti lettori che in quel periodo - in particolare quello più drammatico, immediatamente successivo al primo lockdown del 2020 e antecedente l’avvio della campagna vaccinale - si erano rivolti a La Provincia in cerca di una sponda, di un aiuto, di un sostegno da parte di qualcuno che, in quel caos, contribuisse a far valere i loro diritti.

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