C’è il bonus ritardi per i pendolari
«Ma a Erba servono nuovi treni»

Anno da dimenticare per i pendolari della Milano-Asso, sempre tra le linee peggiori. La speranza è il RegioExpress, per Como San Giovanni: tante promesse, nessun risultato

Arrabbiati? Forse non è neppure la parola appropriata. I pendolari erbesi sono al limite della rassegnazione e l’inizio d’anno non ha certo rappresentato una iniezione di fiducia. Nonostante le scuole chiuse - e quindi una minore pressione sulla linea - i mezzi di Trenord continuano a viaggiare in ritardo, come testimoniato dalle immagini che fanno da corollario alle pagine social dedicate al mondo del trasporto ferroviario.

E fa discutere anche la notizia di cui abbiamo dato conto nell’edizione di ieri de La Provincia: tre linee comasche su quattro sono così inaffidabili da far scattare a ripetizione i bonus sconto per gli abbonamenti dei pendolari.

Cinque volte rimborsati

Non esattamente una novità, a dirla tutta. La Como-Molteno-Lecco negli ultimi tredici mesi ha collezionato nove bonus causa ritardi, la Milano-Erba- Asso è arrivata a cinque bonus. E fin qui sono i semplici dati numerici che non rendono neppure giustizia della situazione.

Il bonus, come è noto, è una forma di rimborso nel caso in cui i treni non rispettino lo standard minimo di affidabilità. Per ciascuna direttrice vengono sommati mensilmente i minuti di ritardo superiori ai 5 minuti accumulati dalle singole corse ai minuti delle corse totalmente soppresse. Il dato così ottenuto viene rapportato alla durata complessiva di tutte le corse di quella direttrice. Se la percentuale di minuti di ritardo supera lo standard minimo, scatta il rimborso.

Nel mese di ottobre - a cui si riferiscono i dati che hanno portato al bonus di gennaio - la Chiasso-San Giovanni-Milano ha totalizzato un “indice di affidabilità” pari a 5,96% (la soglia è del 5%), la Como-Molteno-Lecco addirittura del 7,51% e la Asso-Erba-Mariano Comense-Milano del 4,10% (qui lo standard minimo è del 4%).

Disagi a raffica

Tutto noto, quindi. E la situazione è continuata anche in dicembre con un disagio dietro l’altro: dalla stazione capolinea di Milano Porta Garibaldi andata in tilt per i più svariati motivi, i disagi hanno viaggiato - loro sì, puntualissimi - fino in periferia. A ciò aggiungiamo i drastici tagli effettuati alla stazione di Caslino d’Erba proprio nel tentativo (finora vano) di ridurre i ritardi attraverso la soppressione delle fermate e il quadro, di conseguenza,

Ma se la situazione attuale è questa, quali prospettive ci sono per il futuro? Una domanda complicata perchè Erba ha bisogno come l’aria di un collegamento rapido con Como, Lecco e Cantù. Ne ha bisogno la viabilità, sempre più congestionata e ne hanno bisogno anche lavoratori e studenti. Il progetto più interessante è senza alcun dubbio il RegioExpress, ovvero la linea diretta con Como San Giovanni. Ventotto minuti che ridurrebbero le proverbiali code di auto e mezzi a scendere in convalle. Ma la politica - che a parole ha sempre condiviso il progetto - in realtà è divisa. Da un lato il sottosegretario regionale Fabrizio Turba, già sindaco di Canzo, secondo il quale «l’obiettivo primario è l’elettrificazione della Como-Lecco in vista delle Olimpiadi invernali». Aveva aggiungo, a maggiore chiarezza, che «la via più semplice è quella di utilizzare l’interscambio di Merone con un numero maggiore di corse (sulla tratta Como-Lecco, ndr). Capisco che i cittadini preferirebbero prendere il treno da casa e arrivare a destinazione nel più breve tempo possibile senza cambi, ma nei fatti questo diventa una realizzazione più lunga e complicata».

La replica

Una visione smentita a stretto giro di posta da Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale ed erbese di Albavilla. «Turba ha posto l’attenzione sull’elettrificazione della Como-Lecco. Ma stiamo lavorando anche sul RegioExpress, il cui progetto ’ tutt’altro che tramontato. Si tratta di effettuare uno studio sull’utenza potenziale e di trovare un accordo con Rfi perché dia l’autorizzazione al passaggio dei convogli sui binari di competenza (quelli tra Merone e Como, ndr). Molto dipenderà anche dal sostegno degli enti pubblici». La realtà, purtroppo, è che dal 2016 ad oggi (quando era stato inaugurato l’ennesimo tavolo tecnico sulla materia) poco è stato fatto. E non resta che fare i conti con questa triste realtà. n 
R. Pro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA