Centro, ecco le nuove regole
Multe e “Daspo” contro i mendicanti

Pronta la bozza del regolamento di Polizia locale. Allontanamento per accattoni e persone che bivaccano. Una raffica di divieti a garanzia del «decoro» del centro

Multa e allontanamento per mendicanti molesti, parcheggiatori abusivi, persone che bivaccano. Il Comune di Como punta sul “Daspo urbano”, il provvedimento introdotto dal decreto Minniti. Lo prevede la bozza del nuovo Regolamento di Polizia locale, messa a punto dagli uffici e finita sulla scrivania del sindaco Mario Landriscina poche ore fa. Ora si apre la fase del confronto con le associazioni di categoria e le realtà che si occupano di emarginazione, prima del passaggio definitivo in consiglio comunale.

Il testo, al netto delle possibili modifiche, detta già alcune linee molto chiare. Sono 47 pagine dense di norme e divieti finalizzati a garantire «sicurezza» e «decoro urbano». Un paio di capitoli sono dedicati espressamente alle sanzioni amministrative (si va da 100 a 300 euro) e all’ordine di allontanamento, due misure consentite dal citato decreto che ha ampliato i poteri dei sindaci in materia di sicurezza.

Lo stesso sindaco d’altra parte aveva annunciato - dopo le polemiche per l’ordinanza anti accattonaggio in vigore nel periodo di Natale per un mese e mezzo - che il divieto di accattonaggio molesto sarebbe diventato definitivo, con l’emanazione del nuovo Regolamento (quello in vigore venne deliberato addirittura nel 1934 con atto del podestà). Nella bozza non a caso si legge che è vietato l’accattonaggio tramite «pretestuosa richiesta di informazioni, esibizione di foto con persone malate o di cartelli con frasi volte a impietosire» o comunque modalità tali da «coartare l’autodeterminazione delle persone» (testuale); vietata anche la richiesta di elemosina «mediante occupazione di suolo pubblico» da parte di soggetti che «con criteri sistematici di rotazione si collocano nei punti più redditizi con cartoni, cartelli o animali, intralciando il passaggio dei pedoni a cui rivolgono richieste insistenti di oboli».

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