«Centro migranti, già spesi 4 milioni
Ecco perché è il momento di chiuderlo»

Intervento del sottosegretario Nicola Molteni che replica all’onorevole Alessio Butti (Fratelli d’Italia): «Rispetto al 2016 il quadro è completamente cambiato»

«Il centro per immigrati di via Regina a Como sarà chiuso. Per noi leghisti - dice il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni - è un successo e una promessa mantenuta. Sorprende che Fratelli d’Italia, che insieme a noi avevano chiesto la dismissione (con tanto di corteo il 30 dicembre 2016), ora si dicano contrari. Noi restiamo coerenti. E passiamo dalle parole ai fatti».

Una replica esplicita all’onorevole Alessio Butti che ieri, proprio dalle colonne de La Provincia aveva lanciato un invito a tenerlo aperto, per garantire decoro e un alloggio ai migranti in vista dell’arrivo dell’inverno.

«Ripeto, mi stupisce che Butti abbia cambiato idea - risponde Molteni - Il fatto è che quello di via Regina Teodolinda è un centro di primissima accoglienza, che era sorto nel 2016 per far fronte all’emergenza di quell’estate quando ci trovammo con 700 persone fuori dalla stazione San Giovanni. Rispetto ad allora il quadro è totalmente cambiato. Nel centro vi sono solo un centinaio di ospiti. Sono crollati dell’85% gli sbarchi, non vi sono più riammissioni nel nostro territorio da parte delle autorità elvetiche. La situazione non è più di emergenza già dallo scorso anno. Ma si era deciso di tenere comunque aperto il centro per attendere che i flussi si stabilizzassero. È passato un anno, e i flussi sono ulteriormente calati. Non ha senso tenerlo aperto, sarebbe irrituale, anche perché la destinazione del centro è unicamente la prima accoglienza dei richiedenti asilo».

Ne fa anche una questione di costi, il sottosegretario Molteni: «Per dirla tutta, si tratta di una struttura molto onerosa, per la quale il ministero ha già pagato, da settembre 2016 fino a giugno di quest’anno la bellezza di tre milioni e mezzo di euro solo per la gestione. Poi c’è l’affitto dei moduli abitativi, altri 578mila euro. Ad ora siamo quindi a 4 milioni di euro. Il contratto scadrà il 31 dicembre e per quella data il centro dovrà essere chiuso. Prorogare di un altro anno, vorrebbe dire spendere almeno altri due milioni».

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