«Cerco la mamma che mi abbandonò
Solo lei oggi può aiutarmi a guarire»

Daniela ha un tumore, per l’immunoterapia serve la mappa genetica della madre

Le sue possibilità di guarigione sono legate al ritrovamento di una madre che non ha mai conosciuto e della quale non sa nulla.

È un appello drammatico quello lanciato da Daniela Molinari, 47 anni, infermiera psichiatrica, sposata e mamma di una ragazza di 23 anni e di una bimba di 9. Daniela vive a Milano, ma è nata a Como ed è da qui che parte la ricerca di questa sconosciuta che - e pazienza se suona un po’ enfatico - ha la possibilità di darle la vita per la seconda volta.

Perché tre anni fa Daniela si è ammalata di un tumore che resiste alle cure tradizionali, e allora i medici le hanno proposto di tentare una terapia sperimentale. Per la quale però è necessaria la mappa genetica di uno dei genitori: ma Daniela i suoi genitori non sa chi siano, perché è nata in quello che una volta era l’orfanotrofio delle suore di Rebbio da una donna che non l’ha riconosciuta e l’ha abbandonata.

«Ecco perché ho pensato di rivolgere un appello tramite il giornale: so benissimo che le possibilità di rintracciare la mia mamma naturale sono pochissime, ma non voglio lasciare nulla di intentato. Io della mia nascita non so quasi nulla: so la data, il 26 marzo 1973, so dove sono nata. So che all’epoca c’era una certa suor Seconda, ma mi hanno detto che è morta. Sono stata battezzata in orfanotrofio e registrata come Daniela Simoni. Non so se il mio nome l’abbia scelto mia mamma o le suore, so però che quel giorno nacque anche un maschietto, anche lui abbandonato, al quale misero nome Simone Danieli, il contrario del mio».

Nessun nome

Dietro di sè la mamma di Daniela non lasciò alcun elemento che consentisse di identificarla: «Purtroppo non solo scelse di non far trascrivere il proprio nome nei documenti, ma chiese anche di cancellare i dati sanitari, cosa che allora si poteva fare e oggi non più. Quindi la via della richiesta di consultazione del mio fascicolo, che pure ho intrapreso tramite l’autorità giudiziaria, probabilmente non porterà a nulla. Ho già saputo informalmente che sulle carte, archiviate in Amministrazione provinciale dopo la chiusura dell’orfanotrofio, il nome di mia mamma non c’è. Un altro fascicolo dovrebbe essere depositato al Sant’Anna, ne farò richiesta ma i tempi burocratici sono lenti e non è detto che ci sia quello che cerco».

Daniela dopo due anni di orfanotrofio fu adottata da una famiglia di Milano, della quale prese il nome. Ha vissuto a Milano tutta la sua giovinezza, poi il lavoro e la famiglia. Fino alla scoperta di essere ammalata, un tumore al seno che ora è diventato una malattia linfonodale maligna.

I nuovi esami

«Gli ultimi esami hanno evidenziato che c’è ancora un problema importante, e i medici mi hanno prospettato questa immunoterapia sperimentale nata in Svizzera che si basa sulla mappatura genetica, ma serve almeno uno dei due genitori naturali. La mia speranza è che leggendo la mia storia mia madre - ammesso che sia ancora viva - vi si riconosca e decida di aiutarmi. Non le chiedo di sapere chi è, nè di conoscerla, se lei non lo desidera. Chiedo solo che accetti di sottoporsi a un prelievo di sangue che potrebbe salvarmi la vita».

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