Ciclabili, la Regione revoca il contributo
Da restituire 1,35 milioni di euro

Comune troppo lento nelle procedura e nessuna risposta all’ultimatum di fine ottobre lanciato da Milano Un mese per mandare osservazioni e documenti

Como

«Comunicazione avvio del procedimento della decadenza di contributo». È questo l’oggetto della comunicazione inviata dalla Regione Lombardia a Palazzo Cernezzi. E il contributo che il Pirellone ha intenzione di revocare all’amministrazione comunale è quello per la realizzazione delle nuove piste ciclabili, pari a 1,35 milioni di euro sul totale dei 2,8 milioni dell’opera.

Il motivo? Ritardi e mancata presentazione di una serie di documenti nei termini previsti.

La revoca scatterà ufficialmente tra trenta giorni, da quanto trapela dalle carte regionali, a meno che vengano accolte eventuali osservazioni fornite da Palazzo Cernezzi. Il progetto, presentato nell’agosto del 2016 dalla giunta Lucini, ha poi avuto un iter costellato di problemi. Un anno fa la giunta attuale ha dovuto approvare nuovamente, dopo polemiche infuocate e una serie di errori, il progetto definitivo della pista ciclabile “La dorsale urbana della via dei pellegrini”, comprensiva di cinque lotti, destinata a collegare Camerlata a Cernobbio. L’approvazione è avvenuta dopo la verifica del progetto e la conferenza dei servizi come richiesto dalla Regione Lombardia che aveva bocciato quanto fatto in precedenza. Il primo lotto, quello che comprende viale Masia, è in fase di progettazione esecutiva, pronto per l’appalto, ma la Regione aveva chiesto di portare tutta l’opera allo stesso livello progettuale.

Sta di fatto che adesso, a meno di una proroga da parte della Regione, ma solo dopo la consegna di ulteriore documentazione in tempi rapidissimi, la maxi opera è destinata a rimanere al palo o, comunque, a non poter contare sul contributo, tutt’altro che irrisorio, di Milano. In pratica da quanto si apprende, Regione, pur segnalando le criticità sullo stato di attuazione del progetto (avrebbe dovuto essere completato entro il 2020 mentre i lavori non sono nemmeno partiti) avevano dato all’amministrazione dieci giorni - a partire dal 23 ottobre scorso - per presentare una serie di documentazione che, però, non sono mai arrivati. Da qui la decisione della Regione: tempo scaduto. E conseguente avvio delle procedure per revocare il maxi contributo.

Insomma, la figuraccia è stata fatta e adesso bisognerà capire le intenzioni del Comune. Se fornire subito tutti i documenti mancanti e sperare che la Regione cambi idea, oppure vedersi togliere il contributo.

La vicenda, come detto, è molto travagliata, ha visto una serie di cambi in corsa di responsabili all’interno del Comune, oltre che errori nella stesura dei documenti e richieste aggiuntive da parte del Pirellone. Il risultato è stato un maxi ritardo accumulato e la necessità di rifare praticamente tutto daccapo. Rispetto al piano originario era stata modificata una parte del percorso per “salvare” una parte di posti auto in via Milano e modifiche sono state fatte anche a Camerlata. Nel maggio scorso l’allora assessore alla Mobilità Vincenzo Bella aveva parlato di lavori nel 2021 con partenza dal lotto di viale Masia e aveva spiegato: «Il progetto definitivo originario, predisposto nel 2017, è stato respinto dalla Regione per alcune carenze rilevate (mancanza di autorizzazioni ambientali e insufficiente sviluppo degli elaborati progettuali indispensabili a qualificare adeguatamente il progetto)».

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