Classi in quarantena
A Como il cerchio si allarga

Un caso anche alle scuole di Albate, ma i presidi resistono - Isolata la scelta del Casnati: «Scelta di responsabilità a tutela dei più fragili»

Sarà verosimilmente breve la quarantena per la classe delle medie di Albate. Il ragazzino risultato positivo al Covid, infatti, è assente da scuola dal 2 ottobre. Di conseguenza, il periodo d’isolamento, di solito di due settimane dall’ultimo contatto, non dovrebbe essere lungo. Come per tutti gli altri casi, è stata adottata la didattica a distanza.

E, com’è facile immaginare, cresce il numero delle sezioni poste in isolamento a causa di alunni con coronavirus. Gli ultimi casi noti segnalano quattro classi al Setificio e una alla Magistri. Poi, si conta una classe al Cfp, una al Giovio, due alle elementari di via Venti settembre, una alla Parini, una alle medie di via Brambilla, una in via Giussani, una al Cfp e una allo Starting Work.

A questo proposito, senza una linea guida chiara da parte del Ministero, c’è chi ha aumentato il numero di ragazzi in aula e chi, invece, l’ha diminuito. Al Casnati, pur non avendo nessuna quarantena disposta da Ats, si è preferito attivare da ieri, per tutti gli studenti, in maniera precauzionale, la didattica a distanza.

«L’attuale situazione epidemiologica del nostro Paese – si legge nella comunicazione alle famiglie - è preoccupante e pone nuovamente un rischio crescente d’infezione, per tutti noi e per gli individui vulnerabili. L’aumento dei livelli di trasmissione del virus, che non risparmierà nessun ambiente compreso quello scolastico, ci impone di attivare da subito misure ancor più restrittive e rigorose al fine di contribuire, per la nostra parte e le nostre competenze, a ridurre o controllare l’esposizione di studenti e operatori scolastici». La misura sarà in vigore fino al 23 ottobre.

Una decina di giorni fa, al Volta, è stato deciso di ridurre il numero degli studenti in presenza, dividendo a metà anche il gruppo classe dei “primini”, portandone metà in classe e lasciandone metà a casa.

Invece, alla Da Vinci Ripamonti, così come al Pessina e alla Magistri, gli alunni sono tutti in aula: «Per il momento continuiamo così – conferma la preside Gaetana Filosa – non abbiamo ancora avuto casi, quindi mi sembra opportuno che gli alunni possano ancora vivere pienamente la scuola, nonostante le restrizioni presenti».

Fino a qualche giorno fa, il Giovio stava valutando l’ipotesi di portare sempre in aula le quinte. Ma, ora, l’idea viene congelata. «Non ridurremo il numero dei ragazzi in presenza – commenta il preside Nicola D’Antonio – però, vista la situazione, preferiamo fermarci e cercare di capire meglio se e quando aumentare, anche perché le disposizioni stanno funzionando: ogni giorno, entrano a scuola mille studenti e ci sono stati, in totale, sei ragazzi positivi». I contagi, come nella grandissima parte dei casi, arrivano da contesti famigliari o dalle attività sportive.

Non fa retromarcia neppure il Ciceri, sebbene il preside Vincenzo Iaia ci stia pensando: «Valuteremo la situazione – conclude – abbiamo in presenza il cinquanta per cento dei ragazzi. L’ipotesi era aumentare ancora il numero, ma adesso conviene aspettare e riflettere: al momento non abbiamo fatto nessuna retromarcia, ma potremmo essere costretti».

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