Comasco arrestato negli Stati Uniti
In valigia 8 chili di droga dello stupro

In manette un uomo di 40 anni di Sagnino, viaggiava con un ticinese di Chiasso Erano partiti dalla Malpensa. L’avvocato: «Gli inquirenti vogliono conoscere il destinatario»

Hanno cercato di entrare negli Usa con otto chili di ketamina liquida, più conosciuta come la “droga dello stupro” nascosti nei bagagli ma sono stati scoperti e arrestati all’aeroporto di Orlando dagli agenti della Dea (Drug Enforcemente Administration).

In manette e con il più che concreto rischio di essere condannati a una pena per spaccio internazionale di droga sono finiti un quarantenne di Como che viaggiava in compagnia di un cittadino ticinese di Chiasso di 35 anni. Il comasco, originario di Sagnino, non risulta sposato e ha un passato di fotografo non professionista.

Fondamentale per l’arresto sarebbe stata la collaborazione tra polizia italiana (i due sono partiti dalla Malpensa) e quella americana. I due si trovano in carcere in attesa di processo e, per loro, la contea di Orange ha stabilito una cauzione di 10mila dollari.

L’indagine risulta essere affidata al dipartimento di polizia locale di Orange e non alla Dea, il dipartimento diventato famoso negli anni per la lotta al narcotraffico che ha stroncato i cartelli colombiani e che ora si trova in guerra con quelli messicani. Dietro all’arresto ci sarebbe comunque l’attività di intelligence della Dea per cercare di risalire alle vie d’ingresso di questa droga, molto in voga in questi ultimi anni negli Stati Uniti e che è difficile da intercettare in quanto incolore e inodore quando è in forma liquida.

La Ketamina è un allucinogeno nato come farmaco anestetico soprattutto per gli animali che poi si è diffusa nel mondo degli stupefacenti per le sue caratteristiche al punto di conquistarsi il soprannome di “droga dello stupro”. Può causare confusione e amnesie: è molto meno costosa della cocaina (fino al 60% in meno) e questo ne spiega la sua sempre maggior diffusione.

L’arresto risale ai giorni scorsi (il 10 febbraio) e i due sono difesi dall’avvocato milanese Alexandro Maria Tirelli: «Il fatto che a giudicare i miei assistiti non sarà una contea federale, rinomata per la sua durezza, potrebbe essere un fatto positivo». L’obiettivo dell’avvocato è quello di arrivare a un patteggiamento evitando il processo (con una consistente riduzione di pena), la cui condanna potrebbe arrivare fino a 10-12 anni. Quello che sta maggiormente a cuore agli inquirenti statunitensi è ricostruire i dettagli del traffico internazionale: riuscire a capire il tragitto effettuato dai due dall’Europa (sembra che abbiano fatto scalo in Germania) e soprattutto a chi fosse destinata la sostanza una volta giunta a Orlando in Florida.

L’avvocato Tirelli è comunque fiducioso: « Credo che la situazione potrebbe sbloccarsi la prossima settimana. Il nostro obiettivo è di riportarli in Europa il prima possibile attraverso un patteggiamento che possa permettere ai miei assistiti di scontare l’eventuale condanna nel Paese di residenza».

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