Comasco sposo a sua insaputa
La “moglie” accusata di truffa

Avrebbe finto un matrimonio per beffare l’assicurazione

Era sposato con una donna di Sant’Antonio Abate, comune della città metropolitana di Napoli a sud del Vesuvio, eppure non lo sapeva. Lei sì, perché l’aveva scelto come marito non in base alla bellezza o all’affinità di coppia, ma per mera convenienza, ovvero per “intestarselo” come consorte con il solo e unico obiettivo di abbattere i costi dei contratti di assicurazione.

L’inchiesta

È una storia curiosa che fa anche sorridere, quella che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di una quarantasettenne partenopea.

La Procura lariana, a firma del pubblico ministero Mariano Fadda, le contesta l’aver falsificato la documentazione richiesta per la conclusione del contratto di assicurazione Rca della sua auto, una Fiat 500.

La difesa, dopo la notifica della conclusione delle indagini preliminari, avrà ora tre settimane di tempo per valutare e rispondere alle accuse del pubblico ministero che in seguito deciderà se chiedere o meno il rinvio a giudizio.

La storia appena riassunta risale al mese di gennaio del 2020, quando una compagnia di assicurazione della provincia di Como presentò una denuncia perché gli atti depositati per la sottoscrizione della polizza non tornavano.

Le indagini avevano così permesso di ricostruire un presunto giro di false certificazioni, con lo scopo di ottenere un vantaggio consistente nel pagare un minore premio assicurativo «sia in ragione del luogo di residenza», Como rispetto a Napoli, sia «per la più favorevole classe di merito spettante al presunto coniuge». Già, presunto. Perché il nodo della vicenda sta tutto qui. Il marito, comasco, della signora di Napoli non sapeva affatto di essere suo marito, visto che sia lo stato di famiglia sia il certificato di matrimonio sarebbero stati contraffatti con l’unico fine di pagare meno l’assicurazione.

Un nome scelto tra tanti insomma, completamente a caso, per un solo (e pure minimo) interesse economico.

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