Como: ancora senza nome
l’uomo che si è ucciso

Bruciati i documenti della persona che si è data fuoco e poi si è impiccato sulla ringhiera a lago vicino al Tempio Voltiano

Solo l’autopsia potrà forse consentire agli inquirenti di dare un nome all’uomo protagonista del tragico ed eclatante gesto avvenuto venerdì sera ai giardini a lago, proprio accanto al Tempio Voltiano.

Non ha ancora un nome, infatti, la persona che dopo aver appeso una corda con il cappio sulla ringhiera che dà verso il lago si è cosparso di benzina, si è dato fuoco e, quindi, si è impiccato.

I carabinieri di Como, che stanno indagando per identificare l’uomo, non hanno trovato alcun documento d’identità utile al riconoscimento, anche perché tutto quello che lo sventurato aveva addosso è andato completamente distrutto dalle fiamme che lui stesso aveva appiccato.

Nessun dubbio, invece, sul fatto che si tratti di un gesto volontario, un suicidio sulle cui cause, però, al momento è impossibile anche soltanto avanzare ipotesi non avendo trovato, gli inquirenti, alcuna lettera.

Si indaga, in queste ore, anche sulle denunce di scomparse presentate non soltanto a Como, nella speranza di trovare una pista che possa consentire di dare un nome al corpo recuperato dai soccorritori al Tempio Voltiano.

La Procura di Como, forse già domani, dovrebbe disporre l’autopsia anche per riuscire a reperire impronte digitali, dna e impronte dentali che possano fornire una traccia utile nel difficile lavoro di identificazione della vittima di un gesto disperato che ha lasciato sgomenta tutta la città.

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