Como, arrivano gli Alpini.
E il cimitero di Albate
finalmente è pulito

Ventitré penne nere al lavoro all’alba. In quattro ore hanno rimosso un camion di erbacce. «E torneremo presto, qui non è ancora finita»

«Il problema sono le radici. Se non le strappi, l’erba ricresce subito. E qui ne è cresciuta a dismisura». Senza cappello con la piuma d’ordinanza, ma con la classica zappetta da orto ben salda nella mano destra, l’esperto alpino indica un punto ben preciso tra due tombe.

In 23, guidati dal presidente dell’Ana (Associazione nazionale alpini) di Como Enrico “Chicco” Gaffuri, ieri mattina hanno deciso, dopo un rapido consulto durante il tradizionale incontro in sede del martedì, di donare (per ora) quattro ore abbondanti del loro tempo per riportare ordine all’interno dei vialetti del cimitero di Albate.

Poco prima delle 8, lontano dai riflettori, gli alpini - alcuni dei quali appartenenti all’unità di Protezione civile, operativa ad esempio nelle zone terremotate - hanno pacificamente occupato la parte di cimitero più vicina all’ingresso.

Gaffuri al nostro giornale un paio di settimane fa aveva anticipato: «Siamo pronti a rimboccarci le maniche per mettere fine al degrado dei cimiteri cittadini». E ieri ha formulato un paio di considerazioni: «Un vecchio detto milanese dice: “L’è mei vun che va che dees che diis andem” (meglio uno che va piuttosto che dieci che dicono andiamo, ndr). È il detto che ispira il modo in cui ci poniamo nei confronti del nostro, ma anche di altri territori. Poche parole e tanti fatti. È un’idea, quella di ridare decoro ai cimiteri cittadini e nella fattispecie al cimitero di Albate, che ha subito riscosso successo tra i nostri alpini. È un servizio che diamo alla comunità. Anzi mettiamola così: è un regalo che facciamo alla città. Ora però devo tornare al lavoro».

Gli alpini torneranno ad Albate la settimana prossima.

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