Como, attese record per visite ed esami
Ma se paghi hai l’appuntamento subito

Ospedali, problemi di budget. E i cittadini si arrabbiano

Colpa dei medici che prescrivono esami inutili? Colpa dei tagli alla sanità che mandano in crisi le strutture? Colpa degli stessi ospedali, che sbagliano le previsioni o magari fanno i furbi? Probabilmente è l’insieme di queste tre cause a far inceppare il sistema. Sì, perché nelle ultime settimana prenotare un esame o una visita specialistica in regime “pubblico” è un’impresa quasi impossibile. O meglio, si riesce a prenotare ma l’appuntamento viene fissato fra tre o quattro mesi. Segue comprensibile arrabbiatura da parte dei comaschi. Una rabbia che aumenta quando si scopre - ed è ormai esperienza comune - che la stessa prestazione offerta non prima di febbraio 2016 dal Sistema sanitario nazionale si può ottenere nell’arco di un paio di giorni se si apre il portafoglio. Alla faccia della sanità pubblica.

Le segnalazioni e le telefonate di cittadini furibondi si moltiplicano e nel mirino finiscono soprattutto le strutture private accreditate: Valduce, Erba, Villa Aprica, Synlab (ex San Nicolò) solo per citare le più note. «Il medico mi ha prescritto un esame all’addome, mi sono rivolta al Valduce e mi hanno detto che avrei dovuto attendere più di 90 giorni - racconta una paziente - Hanno però aggiunto che, pagando, avrei potuto fare l’esame l’indomani mattina». L’ultimo rapporto del Tribunale dei diritti del malato conferma il fenomeno, sottolineando che la maggior parte delle proteste raccolte riguarda i tempi d’attesa e che la situazione spinge i cittadini - ovviamente solo quelli che possono permetterselo - a rivolgersi alla sanità privata.

Gli ultimi mesi dell’anno sono da sempre i più difficili per le strutture sanitarie, perché i soldi iniziano a scarseggiare e si rischia di sforare il budget lavorando “in perdita”, ma quest’anno il problema si è presentato in anticipo e in misura molto più grave. Qualcuno addirittura è arrivato a dire che in alcuni casi il personale non risponde più al telefono perché l’ospedale non è in grado di offrire prestazioni fino al nuovo anno.

Servizio su La Provincia in edicola mercoledì 11 novembre 2015

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