Como, dirigente comunale
voleva dare il bonus
a se stesso: indagato

La finanza mette sotto inchiesta Lorini. Liquidò oltre 7mila euro a sé e a due collaboratori Ma la segreteria generale intervenne per revocare tutto

Il premio di 7mila euro per il lavoro fatto, concesso a se stesso e a un paio di collaboratori, è costato al dirigente del settore Mobilità del Comune un’accusa di abuso d’ufficio.

La Procura ha infatti delegato alla guardia di finanza l’inchiesta per far luce sulla delibera con la quale Pierantonio Lorini si era “regalato” un premio in denaro legato alla realizzazione del piano della sosta. I finanzieri hanno acquisito la documentazione del caso, sentito - prima del suo trasferimento a Milano - l’ex segretario generale di Palazzo Cernezzi e tentato anche (invano, visto che il suo legale gli ha consigliato di avvalersi della facoltà di non rispondere fino a quando non saranno chiare le contestazioni mosse) di sentire a verbale lo stesso Lorini.

L’inchiesta nasce da una segnalazione depositata in Procura oltre un anno fa, ovvero qualche mese dopo la pubblicazione sul quotidiano La Provincia della notizia del provvedimento che tante polemiche sollevò all’interno dell’amministrazione comunale, polemiche che portarono all’annullamento dell’atto ad opera dello stesso Lorini.

Tutto ruota attorno alla determina 2245 firmata il 30 dicembre 2013 da Lorini con oggetto “redazione del piano particolareggiato sosta residenti - incentivo ai sensi dell’art.92 d.lgs. 163/2006 - Impegno di spesa 7.524,81 euro”.

Nel provvedimento il direttore del Settore mobilità scriveva che «il direttore del settore Mobilità - cioè lui stesso - ha provveduto a individuare gli incaricati» per la realizzazione del piano della sosta «nel sotto elencato personale comunale: ing. Pierantonio Lorini (ovvero ancora l’autore dell’atto, ndr) direzione, coordinamento e pianificazione, nonché responsabile del procedimento» e altri due suoi collaboratori incaricati della raccolta dati e della stesura degli elaborati grafici.

Quella determina, tre mesi più tardi, finì sul tavolo del segretario generale Antonella Petrocelli che la giudicò illegittima anche alla luce di pronunciamenti della corte dei Conti, secondo i quali gli incentivi di progettazione per i dipendenti della pubblica amministrazione non vanno riconosciuti per gli atti di pianificazione urbanistica e, di conseguenza, neppure per un piano della sosta.

La presa di posizione della segreteria generale e l’eco della vicenda in città dopo la pubblicazione della notizia sul nostro quotidiano portarono Lorini ad annullare il suo provvedimento.

Evidentemente questo non è bastato a non innescare un’inchiesta penale su quella determina.

I finanzieri, quando si sono presentati a Palazzo Cernezzi ormai alcune settimane fa, hanno sentito come persona informata sui fatti la stessa Petrocelli, per inquadrare meglio l’intera questione.

Dal canto suo l’avvocato Luigi Messina, legale di Lorini, si limita a commentare così l’inchiesta: «Allo stato siamo assolutamente tranquilli e aspettiamo gli sviluppi. Al momento opportuno, se sarà necessario, faremo sapere qual è la nostra posizione al riguardo».

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