Como dopo l’AlpTransit
La vera stazione? A Camerlata

Si riapre il dibattito dopo l’apertura del tunnel. Tempi di viaggio ridotti, corse internazionali a Chiasso

E ora, con la galleria più lunga del mondo inaugurata in pompa magna con festeggiamenti a go go tra Canton Ticino e Canton Uri, cosa succederà al di qua del confine?

Ovvero: con Alptransit, che funziona a pieno regime (nonostante qualche contrattempo), Como trarrà davvero benefici da questa moderna linea ferroviaria pensata e realizzata dalla Svizzera senza troppo badare ai vicini? La risposta è sì, anche perché un primo effetto è costituito dalla mezz’ora netta rosicchiata nei tempi di percorrenza tra il Ticino e il nord delle Alpi.

Ciò significa un risparmio di tempi anche per i passeggeri diretti o in partenza da Como. E se sembra inesorabile il declino di San Giovanni di fronta a Chiasso,la carta che il capoluogo lariano può giocare è quella della nuova stazione di Camerlata, indicata come priorità assoluta sia da Regione Lombardia che da Rfi. Una volta ultimati i lavori nel 2019, i passeggeri potranno di fatto accedere non solo ai treni diretti a Cadorna e a Milano Garibaldi, ma anche a quelli per Como San Giovanni e da lì per la Svizzera.

L’investimento per la stazione di Camerlata è rilevante: 6 milioni di euro (diviso tra Regione e Rfi), oltre a tre milioni per l’area di sosta, sempre finanziati da Regione Lombardia. La stazione, anzi la nuova stazione di Camerlata, rappresenta la risposta alle dichiarazioni - pacate, ma al tempo stesso dritte al cuore del problema - di molti rappresentanti istituzionali rosso-crociati, che hanno puntato il dito contro i “ritardi dell’Italia”

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