Como e la strage dei bimbi
Le carte della Procura svelano:
tanti allarmi sul padre

Preoccupazioni in una lettera inviata al Tribunale dei minori e visite domiciliari interrotte già ad aprile. Archiviata l’indagine, La Provincia svela i documenti

Una settimana prima della strage costata la vita a quattro bambini, uccisi dal padre, i Servizi sociali del Comune di Como avevano lanciato l’allarme su Faycal Haitot e messo nero su bianco «il rischio di esporre i minori a comportamenti fuori controllo» da parte del genitore.

All’indomani dell’archiviazione dell’inchiesta sull’omicidio-suicidio di via per San Fermo, il Tribunale ha accolto la richiesta de La Provincia di «accedere agli atti del fascicolo» al fine «di assicurare un’informazione corretta e documentata» su come si è arrivati a quella tragica mattina del 20 ottobre. E dagli atti dell’indagine della Procura e della squadra mobile di Como emerge come in Comune si temessero «agiti imprevedibili» da parte del genitore che ha appiccato l’incendio alla propria abitazione, decretando la morte sua e dei quattro figli: Siff, 11 anni, Sophia, 7 anni, Soraya, 5 anni e Saphiria, 3 anni.

La lettura delle carte dell’inchiesta da un lato conferma le informazioni - in parte incomplete - arrivate dal Comune nei giorni successivi la tragedia, ma dall’altro aggiunge particolari inediti che aiutano a tratteggiare l’anatomia di una strage che ha sconvolto l’intera città.

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