Como: inchiesta su un corso universitario
Docente dentista tra gli indagati

Un gruppo di odontoiatri colombiani ha denunciato Luca Levrini per truffa. Il prof comasco: «Non c’entro nulla, ho solo fornito il patrocinio a un’iniziativa privata»

Como

C’è un’inchiesta aperta in Procura a Como per una truffa presunta all’università dell’Insubria: un non meglio precisato “master” in Riabilitazione orale e Implantoogia, cui avrebbero preso parte sedici dentisti colombiani. Sono gli stessi che hanno fatto partire la denuncia a carico di due docenti universitari comaschi, Marco Redemagni, docente esterno, e Luca Levrini, professore associato.

Ammonta a quasi duecentomila euro il danno che sostengono di avere subito i professionisti sudamericani. I fatti risalgono al 2014, quando una società di Bogotà, la Cavenco, raccoglie adesioni tra gli odontoiatri di quel paese, per un master universitario per stranieri tenuto all’Insubria. Ad attirare è il nome in particolare di Levrini, la cui fama è riconosciuta anche oltreoceano.

Ognuno di loro avrebbe versato 12mila euro. Secondo il legale a cui si sono affidati, l’avvocato napoletano Alexandro Maria Tirelli, 9.500 sono andati per bonifico sul conto corrente dell'Insubria, e 2.500 direttamente sul conto di Redemagni.

In tutto fanno 192mila euro. Arriva maggio e i dentisti colombiani affrontano il lungo viaggio fino a Como per seguire le lezioni all’Insubria. Ma una volta giunti in riva al Lario scoprono che del master non vi è traccia. Il corso in realtà esiste, ma non è quello che si potrebbe definire un “master”, non assegna nessun titolo accademico, e secondo i dentisti colombiani che si sono “svenati” per venire in Italia e seguirlo, non sarebbe stato tale da giustificare un corso così elevato, tenuto conto anche del differenziale esistente tra il peso colombiano e l’euro.

Chiarisce il docente dell’Insubria: «Il corso non fu organizzato dall’università, ma fu promosso e pubblicizzato in Colombia dalla stessa Cavenco. Io ho semplicemente fornito il patrocinio gratuito del mio centro di ricerca».

Levrini tiene soprattutto a precisare «di non aver mai insegnato a quel corso».

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