Como, musei dimenticati
Senza direttore dal 2009

Bando del Comune, ma è per un «curatore». La stranezza: serve la laurea in Storia, non Beni culturali

Tempio Voltiano dimezzato da anni e Museo Giovio a rischio chiusura. Non se la passa bene la cultura in città e la riprova arriva anche dal fatto che i turisti, tra le bellezze della città, non menzionano nemmeno l’offerta museale.

Del resto i musei cittadini, ormai da dieci anni sono senza direttore dei musei. L’ultimo è stato Lanfredo Castelletti, in pensione dal marzo del 2009, quando sindaco era Stefano Bruni. Da allora, nessun direttore.

Un riferimento autorevole che sarebbe importante proprio ora che la città si prepara a svelare il tesoro delle monete d’oro ritrovate durante gli scavi nell’area del vecchio Teatro Cressoni. L’intenzione del Comune è quella di aprire la mostra il prossimo anno, ma al museo Giovio ci sono anche problemi legati alle certificazioni antincendio che potrebbero determinarne la chiusura parziale o totale entro un anno in assenza di lavori.

Nel frattempo, con il pensionamento di Isabella Nobile, per quarant’anni conservatrice del museo, il Comune ha aperto un bando per individuare un nuovo conservatore.

Tra i compiti che dovrà svolgere la nuova figura, il bando indica «la responsabilità della conservazione, della sicurezza, della gestione e della valorizzazione delle collezioni affidate. La consegna delle collezioni, il restauro, i progetti di esposizione, gli eventi collaterali e le attività didattiche ed educative».

Tra gli addetti ai lavori sta facendo discutere la scelta di Palazzo Cernezzi di cercare, per la guida dei musei, uno storico, non un profondo conoscitore dei beni culturali. Infatti tra i requisiti per concorrere alla voce titoli di studio non è stata inserita una laurea in beni culturali, o belle arte e corsi specialistici affini, bensì in storia.

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