Como Nuoto, il Tar condanna il Comune

Viale Geno: i giudici annullano l’aggiudicazione della piscina: «È stato violato il principio di trasparenza». Ma la sentenza non cambia i progetti dell’estate: impianto aperto

Regole di «trasparenza» violate e «principio di pubblicità pregiudicato». I giudici del Tar hanno annullato il provvedimento con cui il Comune ha aggiudicato alla Como Nuoto la gestione - per i prossimi nove anni - della piscina e dell’impianto sportivo di Viale Geno (storicamente “abitato” proprio dalla Como Nuoto). Un provvedimento clamoroso, che però nell’immediato non avrà conseguenze concrete: impianto regolarmente aperto per l’estate, in attesa degli scontati ricorsi.

La questione è tecnica, e si inserisce nella guerra legale tra Como Nuoto e Comune da una parte e la Pallanuoto Como dall’altra, che fin dal giorno dell’apertura delle buste aveva lamentato asserite irregolarità. In realtà i giudici del Tribunale amministrativo di Milano hanno respinto tutti i motivi di ricorso della società che ha tentato l’assalto, senza riuscirci, alla piscina di viale Geno. Tutti tranne uno: quello che chiama in causa direttamente le procedure di svolgimento della gara scelte da Palazzo Cernezzi.

«L’apertura della busta» che conteneva l’offerta tecnica, secondo i giudici era un «passaggio essenziale e determinante dell’esito della procedura e richiedeva pertanto di essere effettuata in forma pubblica a tutela degli interessi privati e pubblici».

Da qui la decisione: annullamento del provvedimento finale di aggiudicazione e degli atti dell’intera procedura di gara che si è svolta in Comune lo scorso settembre.

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