Como, nuovi parcheggi nelle aree dismesse

Sono 38 in città, il Comune consentirà di utilizzarle temporaneamente per aree di sosta e altri servizi

Trecentomila metri quadrati di aree dismesse, per lo più ex fabbriche abbandonate. Interi pezzi di città (la grandezza è quella di una quarantina di campi da calcio messi assieme) inutilizzati e - spesso - preda del degrado, con i conseguenti problemi sul fronte della sicurezza.

È un censimento inquietante quello contenuto nella relazione messa a punto dal Comune nell’ambito della revisione del Pgt (il nuovo piano regolatore). In diversi casi, peraltro, sono stati approvati i progetti di recupero presentati dai proprietari ma gli interventi non sono mai partiti, a causa delle crisi economica. Preso atto della situazione, il Comune ha deciso di introdurre alcune norme che consentano agli operatori privati di far rinascere, almeno temporaneamente, le loro aree.

«Fermo il dato di consumo di suolo zero, con la variante siamo intervenuti sulle aree dismesse - nota l’assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino - dando la possibilità di demolire e conservare il volume esistente a condizione di convenzionarsi con il Comune per l’utilizzo delle aree in attesa dei nuovi interventi. Ma abbiamo anche eliminato previsioni che impedivano di fatto la riqualificazione delle stesse e semplificato la normativa. La tabella di marcia ora prevede l’adozione in consiglio comunale entro fine anno, il deposito per 30 giorni e le osservazioni (altri 30 giorni), quindi l’approvazione. Per aprile o maggio la variante dovrebbe essere operativa».

Ancora: in attesa del nuovo piano della mobilità, il Pgt conferma la previsione di nuove aree di sosta sull’asse di viale Innocenzo: area ex Danzas (parcheggio multipiano interrato), ex scalo merci (ampliamento parcheggio per pullman turistici), area comunale ex Stecav (parcheggio multipiano fuori terra).

Non c’è solo il tema delle aree dismesse. Un’altra volontà importante riguarda lo stadio Sinigaglia e il palazzetto di Muggiò: per raggiungere l’obiettivo della riqualificazione è prevista una procedura ad evidenza pubblica volta a individuare privati interessati a intervenire, con la possibilità di insediare destinazioni d’uso complementari come quelle turistico-ricettive, del terziario e commerciali (negozi, medie strutture di vendita).

Nell’ambito del recupero delle aree dismesse viene poi favorita - attraverso incentivi volumetrici - la realizzazione di alloggi in regime di housing sociale.

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